Brano cantato che fa parte del demo "Vis Insita", album tematico sulla storia, autoprodotto nel 2002; tutti i suoni sono campionati. La storia vista da un luogo particolare, la Palestina. Ecco il testo: Sottile striscia di terra antica, come sospesa, come in perenne attesa di quiete, di un Messia, laddove del pianeta, nella cute, l'ampio sfregio (collisione di continenti alla deriva) segna il corso del sacro fiume Giordano. Mezzaluna fertile tra l'arido deserto ed il mare, crocevia carovaniero fra Anatolia, Egitto e Mesopotamia; ebbra è la tua storia, storia di infamia, virtù e gloria, viva la memoria di contatti e scontri tra le razze ominidi, neanderthaliani e attuali umani, o simili. E dalla neolitica città murata di Gerico, votata alle divinità arcaiche dell'agricoltura, si alza un cantico alla Terra, un tempo dura ed ostile, ora in parte domata, come levigata pietra. Tribù di nomadi pastori, genti del deserto, popoli guerrieri del mare, signori del ferro, sacerdoti del Dio unico, leviti, profeti, riti di cananei pagani nei santuari di Baal, gioco di equilibri fra regni millenari. Piccola ribelle Giudea, mai deportazioni e massacri ti hanno piegata. Violenza zelota, mistica essena, legge farisea, caotica spirale terrena di uomini e di idee; Terra Promessa, sogno realizzato dei sionisti, covo di fanatici e di santi, nido di integralisti, frammento dell'Eden, grande utopia, patria del Verbo incarnato, salvezza del mondo.