(Prima parte). Città di Dozza 27 settembre 2003, alla Rocca Sforzesca, inaugurazione mostra fotografica, disegni e cimeli della Campagna di Russia 1941-1943. A cura del' U.N.I.R.R., (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia) Associazione Nazionale Alpini, Sezione Bolognese-Romagnola, Gruppi di Imola Valsanterno e Dozza, col patrocinio Comune di Dozza. Riprese di Gilberto Tedeschi. BILANCIO DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA Nel marzo del 1943 i resti di quello che era l’ARMIR vengono rimpatriati e si fanno i primi conti delle perdite. La forza complessiva presente all’inizio dell’offensiva russa era di 220.000 uomini e, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, mancavano all’appello 84.830 uomini. Oggi, dopo approfondite indagini presso ciascun Distretto Militare, da parte dell’Ufficio dell’Albo d’Oro – Sezione del Ministero della Difesa che funziona da anagrafe di tutti i militari ¬- il numero degli italiani che non hanno fatto ritorno dal fronte russo è di circa 100.000. Tenuto conto che circa 5.000 erano caduti per i fatti d’arme antecedenti il 15 dicembre, le perdite della ritirata sono di 95.000 uomini. Secondo i dati più recenti , desunti dalla documentazione esistente negli archivi russi, finalmente aperti ai ricercatori italiani, 25.00 sono morti combattendo o di stenti durante la ritirata e 70.000 sono fatti prigionieri. Questi prigionieri furono costretti a marciare per centinaia di chilometri e poi a viaggiare su carri bestiame per settimane, in condizioni allucinanti, senza mangiare, senza poter riposare la notte, con temperature seberiane. Coloro che riuscirono a raggiungere i lager di smistamento – improvvisati, debilitati che le epidemie di tifo e dissenteria ne falciarono ben presto la maggior parte. Siamo in possesso dei nominativi degli italiani deceduti nei lager, quasi tutti nei primi sei mesi del 1943. Solo nel 1945 ed in parte nel 1946, 10.000 sopravvissuti furono restituiti dall’Unione Sovietica. Dalla documentazione russa risulta la presenza di italiani in circa 400 diversi lager, quelli più tristemente famosi sono quelli di Tambov – dove morirono circa 10.000 italiani – quelli di Miciurinsk, di Khrinovoje, di Tiomnikov. (Fonte U.N.I.R.R.).