CiA0!... e GrAzIe di Te!... e ricorda che la FAME è VIOLENZA! Politiche sulla fame La fame continua ad essere un problema in tutto il mondo. Secondo l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, "850 milioni di persone nel mondo erano denutrite fra il 1999 e il 2005" ed il numero è in continuo aumento. Nell'anno 2000 tutte le nazioni del mondo nel quadro delle Nazioni Unite (2000-Obiettivi del Millennio) si sono impegnate a ridurre la povertà della metà entro l'anno 2015. Ma sembra sempre più difficile che si arrivi a raggiungere questo obiettivo. In effetti, la fame nel mondo sembra, soprattutto in alcune regioni africane, tendere all'aumento. Sul problema della fame del mondo si scontrano due teorie opposte: La prima ritiene che non sia dovuta alla carenza della produzione alimentare mondiale, e il problema fondamentale sarebbe solo la ripartizione del potere di acquisto a livello mondiale che resta fortemente asimmetrica.[1] La seconda vede, dopo un periodo di relativa abbondanza dei mezzi di produzione, scenari sempre più apocalittici.[senza fonte] Una bambina affetta da Kwashiorkor in un campo per rifugiati durante la guerra civile nigeriana L'equilibrio tra la produzione di alimenti e il loro consumo ha sempre costituito uno degli obiettivi più ardui delle società umane. Ragioni plurime hanno congiurato, nel corso della storia, per rendere le disponibilità inferiori al fabbisogno. A chi la osservi dal punto di vista della disponibilità di cibo la storia umana è una lunga serie di carestie interrotte da rari periodi di prosperità. Tra le ragioni delle carestie un ruolo peculiare svolge la guerra, siccome i popoli in guerra hanno sempre cercato di distruggere, reciprocamente, le messi dei nemici, e la guerra è stata indissolubilmente legata, per millenni, alla carestia. Cause di carestie erano anche gli eventi climatici e i parassiti dei vegetali. Gli storici del clima hanno provato le conseguenze catastrofiche, sui raccolti, di lunghi periodi freddi, le piccole glaciazioni. Le cronache del passato sono ricolme, peraltro, di notizie sulla distruzione totale dei raccolti a causa di insetti, cavallette, coccinelle, coleotteri (ad esempio la dorifora), e a causa di infezioni di alcuni microrganismi, le "crittogame", causa di grandi carestie, che si sono potute controllare solo dopo la diffusione degli insetticidi e degli anticrittogamici di sintesi, anche se le relative problematiche hanno aperto questioni molto complesse. Le cronache italiane del Settecento ci propongono il quadro più inquietante della più grave carestia del secolo, quella che si protrasse tra il 1765 e il 1766, causata da giornate fredde e umide all'inizio dell'estate, che crearono le condizioni ideali per il pullulare della ruggine del frumento, uno dei funghi microscopi più dannosi, che i contadini dell’epoca non poterono combattere con alcun formulato antiparassitario. Come conseguenza ci furono decine di migliaia di morti. Oggi gli equilibri alimentari del Pianeta sono assicurati da 2 miliardi di tonnellate di cereali, che, sommati alle altre derrate chiave, gli oli, gli zuccheri, la carne e i latticini, assicurano una razione media, per ogni abitante della terra, di 2.700 Kcal, astrattamente adeguata ai bisogni biologici. Si deve dire astrattamente siccome la media non corrisponde, palesemente, ai valori che la compongono. Nei paesi occidentali sono comuni diete che sfiorano le 5.000 Kcal, che salirebbero a 10.000 se si computassero le calorie fornite agli animali per produrre carne e latticini, mentre 800 milioni di uomini vivono al di sotto delle 2.000 Kcal, confrontandosi, quindi, con la fame e le malattie che ne derivano, e gran parte dell'Asia non supera le 2.300, dimostrando l'esistenza di vastissimi bisogni non soddisfatti. Bambino sottonutrito I due miliardi di tonnellate di cereali prodotti sul planisfero sono il risultato di cinque fattori: La semina dei cereali su 700 milioni di ettari, metà della superficie coltivata sul pianeta (che comprende la coltura delle foraggere, delle piante oleaginose, degli ortaggi e dei fruttiferi, esclusi i pascoli naturali). La disponibilità, sul totale, di 260 milioni di ettari irrigabili, un terzo del totale su cui si realizza il 70 per cento della produzione complessiva. L'uso, sulla superficie irrigua, di 3.100 chilometri cubici di acqua L'impiego di 150 milioni di tonnellate di fertilizzanti, che, combinati con l'acqua, rendono possibili produzioni quattro volte maggiori di quelle asciutte senza fertilizzanti. Varietà di cereali selezionate dai genetisti per la maggiore produttività, capaci di rese cinque-dieci volte maggiori di quelle primitive. continua in Wikipedia "lotta alla fame"