Mentre un nutrito gruppo di operai della metro C senza stipendio manifestava sotto il Campidoglio, il sindaco Ignazio Marino e l'assessore al sociale Rita Cutini raccontavano alla stampa di come avevano accolto a Fiumicino gli 89 eritrei reduci da Lampedusa. Racconti strazianti di mesi e mesi di viaggio nelle condizioni più difficili ma anche prove di coraggio per sfuggire alla guerra e alla fame. Una prova di accoglienza di Roma capitale coordinata con il ministero dell'Interno che già sta suscitando prove di solidarietà come quella della Comunità Ebraica romana che si è resa disponibile a trovare un minimo di occupazione per questi rifugiati. L'assessore ha spiegato che i centri di accoglienza convenzionati con l'ufficio immigrazione del Comune e gestiti da cooperative sociali, sono attualmente 24 e hanno sino ad oggi accolto 1851 donne e 1527 uomini provenienti perlopiù da Afghanistan, Mali, Senegal, Costa D'Avorio, Nigeria, Eritrea, Bangladesh e Somalia. Gli 89 eritrei che al loro arrivo sono stati hanno avuto un primo saluto con una lettera nella loro lingua. Secondo le informazioni in nostro possesso dovrebbero essere ospitati presso l'istituto Gerini dei salesiani e affidati ai servizi della cooperativa cattolica Eta Beta specializzata nella cura ai minori. L'assessore ha poi confermato che per ciascuno dei rifugiati il Ministero dell'Interno provvede con un contributo di 35 euro al giorno che a breve potrebbe essere ridotto a 28. Il fatto curioso è che i Salesiani, nonostante l'invito di papa Francesco ad aprire le strutture della chiesa ai rifugiati, percepiranno 8.000 euro al mese per l'affitto della struttura. Giuliano Longo