Sono trascorsi 64 anni dalla tragedia che ha colpito il Polesine nel 1951. In Youtube ho trovato e visionato numerosi video che riproducono immagini dell'alluvione, allora filmati dalla "Settimana INCOM". Ho scaricato il video pubblicato nel canale "LEGATIalPOLESINE", il medesimo di altri canali, colorando e modificando il formato da 4:3 a 16:9. Questo video è visibile anche nel mio sito "http://www.pinoschiesari.it"; lo scopo è quello di conservare storiche immagini per non dimenticare. Nella stessa pagina del sito ho riportato la storia dell'alluvione così come scritta in Wikipedia, l'encicopedia libera: "http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Polesine_del_novembre_1951". In novembre del 1951 avevo compiuto da poco 16 anni e ricordo molto bene quei giorni: quando l'acqua è arrivata a Rovigo è tracimata dagli argini dell'Adigetto, in corrispondenza del cortile della nostra abitazione entrando in casa ed ha formato un fiume lungo tutto il cortile che abbiamo percorso, uno ad uno, in spalla al papà che ci ha portato da una zia a Boara Pisani e poi, in treno a Torino, dove abitavano altri zii. Qui siamo stati bloccati all'interno dei vagoni del treno e poi portati in una caserma dove abbiamo trascorso la notte in un grande stanzone, mentre il papà, riuscito a scendere, si recava presso i parenti. Al mattino, molto presto, siamo stati riportati alla stazione e fatti salire su un altro treno, del quale nessuno conosceva la destinazione. Al suo ritorno in stazione, il papà trovava la sorpresa che il treno era diretto a Massa Carrara. Il giorno dopo, o forse dopo alcuni giorni, è riuscito a ritrovarci nella Torre della FIAT a Marina di Massa. Abbiamo trascorso tutto l'inverno in questa colonia estiva della Fiat, in promiscuità con tante famiglie, ma trattati bene e rivestiti con indumenti della "solidarietà". Ritornati in aprile a Rovigo la vita è ripresa, ma molto lentamente e con molti problemi. Il panificio che il papà gestiva in affitto a Pontecchio era stato completamente sommerso: scorte, crediti, attrezzi, il lavoro, tutto perduto. Duro per una famiglia composta da papà, mamma e quattro figli (io il più grande). Mia moglie aveva 13 anni ed abitava a Beverare di San Martino di Venezze, a ridosso dell'Adige, dove l'acqua si è fermata. Smembrata la sua numerosa famiglia e ricomposta in primavera. Al ritorno, riportata a Rovigo con la mamma ed una sorella, ricorda di aver percorso a piedi, di notte, Rovigo -- Mardimago, fino a casa di una zia, e poi al mattino, sempre a piedi, fino a Beverare. Pino Schiesari