Caduto l'Impero romano, cominciarono le invasioni barbariche. Nei territori di Spinazzola, dal 660 al 661 imperversò Totila . Le popolazioni per sfuggire alle invasioni di Ungari e Saraceni furono costrette a rifugiarsi nelle campagne e nelle grotte. Forse durante queste invasioni il nucleo si spostò dalle pianure di Santa Lucia all'interno, la trasferendosi oltre la valle dell'Ulmeta, abbandonando la località ora denominata Casalecchia e stabilendosi quindi sulla collina di fronte dove si sentiva più protetta grazie anche alla presenza di un "fortilizio", dove in seguito avrà i natali papa Innocenzo XII (Pignatelli). Nel 1057 Spinazzola Fu occupata da Roberto il Guiscardo futuro duca di Puglia e di Calabria. Nella seconda metà dell'XVI secolo, il potere tornò ad essere "illuminato" come al tempo di Federico II, Bartolomeo Gambino fece della propria casa a Spinazzola, una scuola di grammatica e di umanità; la nobildonna, Donata Galla, "lega ducati novanta" per un affresco di Madonna presso la chiesa di San Francesco. Un tentativo di ripresa ma ben presto fu stroncato dagli Spagnoli. Questi infatti impedirono la messa a coltura dei terreni a favore dei grossi proprietari di pecore transumati dall'Abruzzo con grave danno per lo sviluppo dell'economia locale. Regolamentarono rigidamente l'antica "Dogana della mena delle pecore" e reintegrarono il Regio tratturo (ex via Appia che da spinazzola andava verso melfi da un lato e verso il garagnone dall' altro.) Un epitaffio del 1631 ricorda l'evento. Agli inizi del '700 la città esce timidamente dalle mura feudali, edificando una nuova chiesa, quella di San Sebastiano e altre due costruzioni vengono collocate immediatamente fuori le mura. Le riforme francesi del 1806 consolidarono la proprietà fondiaria nelle mani di una nuova classe: la borghesia. Grosse estensioni di terreni appartenute per secoli alle abbazie ed ai feudi diventarono di proprietà dei coloni che esibirono la nuova condizione sociale ed economica, costruendo splendidi palazzi con giardini. Lungo l'attuale corso Umberto I e corso Vittorio Emanuele II, si allineano quei palazzi con portoni in legno pregiato, lunette in ferro battuto, grandi atri coperti per la custodia delle carrozze, magazzini sul retro per derrate agricole e ricchi giardini. Nel 1821 a Spinazzola venivano prodotte rinomate macchine agricole dalla fabbrica gestita da Raffaele Rinaldi altre due si trovavano in puglia a Foggia e a Lecce. Negli anni che precedettero l'unita' d'Italia, a Spinazzola, l'attività politica era legata alla classe aristocratica, Garibaldi, a Spinazzola, fu ricevuto in uno di quei palazzi e li promosse una sottoscrizione cogliendo 6 carlini. Negli anni successivi fino al 1870 la città conobbe il fenomeno del brigantaggio come effetto delle delusioni dei contadini e dei pastori nel vedere le loro attese promesse inattuate. Per eliminare tale fenomeno la forza pubblica del neo Regno d'italia uso la violenza che però non risolse i problemi che attanagliavano il paese. Inizio la Grande emigrazione verso le Americhe. Poi nel 1886 Vito Saraceno, sindaco, Bonificò 400 ettari di terreno e vi costruì un grande stabilimento enologico nella zona denominata delle quattro colonne questo fu un unico esempio del genere in Puglia, costrui anche una filanda ed istituì due banche, opere queste che permisero il miglioramento della vita di tutte le classi sociali. nel 1935 vi fu la fortuita scoperta del giacimento di bauxite di Spinazzola che si deve ad un episodio avvenuto durante una escursione nella sona a nord del Garagnone. furono condotte analisi e poi trattative con la ditta "S.A.V.A. Società Alluminio Veneto per Azioni" con amministrazione e stabilimenti in Porto Marghera (VE). Con questa poi venne stipulato un contratto per il passaggio dei diritti di sfruttamento derivanti delle concessioni minerarie che si rivelarono le più ricche d'Italia e che continuo ad esssere sfruttate fino agli inizi del 1980. 1985 come si legge negli atti parlamentari IX legislatura seduta del 21 gennaio 1985, la fabbrica di laterizzi Ala di Spinazzola chiude per non aver ottenuto dall' allora amministrazione ne una rettifica del tracciato della strada comunale che permettesse un migliore sfruttamento delle abbondanti cave di ottima argilla ne un prolungamento della rete del metano allora in costruzione da parte di SNAM italcogim. da li una serie ininterrotta di eliminazione e chiusure di attività e servizi fino al 2011 chiusura del ospedale, della stazione ferroviaria. A spinazzola è rimansto quasi niente i giovani fuggono altrove alla ricerca di un futuro possibile. Qui finchè dura resta una sola risorsa: gli anziani...