Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano una umanità dolente, composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata fra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame. All'alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti. Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti, per la sola colpa di essere nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni tra sofferenza e ansia. I bambini da 1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana Segre di 13. La signora Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana. All'arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall'arrivo. Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi 250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio del 1944. Il binario 21 è ancora lì. Oggi in disuso è forse destinato a essere soppiantato da un centro commerciale o da una discoteca. Per offrire a Milano e alle sue giovani generazioni un Memoriale della Shoah e un centro multimediale per la prevenzione del pregiudizio, del razzismo e dell'antisemitismo è dunque nato un comitato composto da enti e professionisti che trasformeranno questo sotterraneo in un luogo di meditazione e vita. Cortometraggio-cineistallazione, Italia 2004, durata 6 minuti Produzione: Andrea Jarach, Le Isole del Tesoro Regia: Dario Picciau Soggetto e sceneggiatura: Roberto Malini Musica: Carlo Siliotto Con il patrocinio di: ITF (Task Force for International Cooperation on Holocaust Education, Remembrance and Research); Regione Lombardia (Assessorato alle Culture Identità e Autonomie) Premiato l'8 dicembre 2004 con due importanti riconoscimenti al 7° Festival del Cinema e della Cultura Ebraica di Pitigliano (Grosseto): per il suo notevole valore umano e artistico e per l'indimenticabile interpretazione-testimonianza di Liliana Segre.