21/03/14 - Botanica e giardinaggio - Potatura del cachi (Diospyros kaki) Produzione: WeUSETV - http://www.weusetv.com Facebook: https://www.facebook.com/ilboccatv G+: https://plus.google.com/u/0/+IlBoccaTV/posts Merchandising (coming soon): http://www.weusetv.com/channel/ilboccatv Le riprese alla fine del video dell'albero ed i suoi frutti sono state fatte alla fine di Agosto 2014. Music powered by Google: https://www.youtube.com/audiolibrary/music Il Diospyros Kaki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall'uomo, conosciuta per il suo uso in Cina da più di 2.000 anni. In cinese il frutto viene chiamato 柿子 shìzi[2] mentre l'albero è noto come 柿子树 shizishu. La sua prima descrizione botanica pubblicata risale al 1780[3][4]. È originario della zona centro-meridionale della Cina, ma comunque mai al di sotto dei 20° di latitudine Nord, e nelle zone più meridionali spesso in zone collinari o montane e quindi più fredde; sopporta male i climi caldo-umidi, soprattutto se con suolo mal drenato. Detto Mela d'Oriente, fu definito dai cinesi l'Albero delle sette virtù: vive a lungo; dà una grande ombra; dà agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami; non è attaccabile da parte dei parassiti; le sue foglie giallo-rosse in autunno sono decorative fino ai geli; il legno dà un bel fuoco; e la settima virtù consiste della ricchezza in sostanze concimanti il terreno per la caduta dell'abbondante fogliame. Dalla Cina si è esteso nei paesi limitrofi, come la Corea, ed ha trovato larga diffusione nel vicino Giappone. Intorno alla metà dell'Ottocento viene diffuso in America e Europa. I primi impianti specializzati in Italia sono sorti nel Salernitano, in particolare nell'Agro Nocerino, a partire dal 1916, estendendosi poi in Emilia. In Italia la produzione si è stabilizzata intorno alle 65.000 tonnellate, la coltura è sporadicamente diffusa su tutto il territorio nazionale, ma riveste una certa importanza economica solo in Campania e Emilia con produzioni rispettive di 35.000 tonnellate e 22.000 tonnellate. Questo frutto ha un'importanza particolare anche in Sicilia dove è più diffuso il kaki di Misilmeri. L'albero del kaki è oggi considerato "l'albero della pace", perché al devastante bombardamento atomico di Nagasaki, dell'agosto 1945, sopravvissero soltanto alcuni alberi di Kaki. Per le sue caratteristiche il kaki viene perfettamente coltivato nel territorio siciliano e specialmente nelle località della Conca d'Oro o limitrofe alla cittadina di Misilmeri, in provincia di Palermo, nella quale ogni anno vengono organizzate sagre e manifestazioni nei mesi autunnali. La propagazione per seme ha il fine di ottenere dei semenzali da utilizzare come portinnesti, mentre per la propagazione delle cultivar si ricorre all'innesto. I semi estratti dai frutti possono essere conservati in sabbia o in apposite celle con temperatura e umidità controllate, per essere posti in semenzaio e le piantine ottenute sono trapiantate dopo un anno in vivaio, dove vengono innestate nella seguente annata vegetativa. Gli innesti a gemma mostrano scarso attecchimento e allora si opera con le marze (spacco diametrale, corona). Parallelamente si sta sviluppando anche la tecnica della micropropagazione e della talea per l'ottenimento di piantine autoradicate. Il portinnesto più usato è il D. lotus che è dotato di buona resistenza a freddo e siccità; risulta disaffine con le cultivar non astringenti, mentre presenta buona affinità con quelle astringenti. L'innesto su franco (D. kaki) è poco diffuso perché non molto resistente al freddo ed a eccessi d'acqua, ma è adottato negli ambienti meridionali per le cultivar non astringenti (sempre eduli). Fonte: wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Diospyros_kaki