Liepaja, Lettonia 15-17 Dicembre 1941 Liepaja è una città della Lettonia sul Mar Baltico. Nel 1935 vi abitavano 7.379 ebrei. I tedeschi occuparono la città il 29 giugno 1941. Il 5 luglio 1941 venne ordinato agli ebrei di indossare la stella gialla sugli abiti e vennero adibiti ai lavori forzati. Tutti i giorni gli ebrei di sesso maschile tra i 16 ed i 60 anni dovevano recarsi nella piazza del paese per essere inviati al lavoro. Diversi di loro vennero condotti nella locale prigione. Coloro che non si presentarono venne rastrellati nelle vie delle città e nelle case. Nelle giornate dell'8 e del 9 luglio tutti i prigionieri ebrei - circa un centinaio - vennero condotti sulla spiaggia e fucilati. Alla fine del mese venne svolto un secondo massacro con le stesse modalità su scala più larga. Circa un centinaio di ebrei perirono in questa prima fase. Nell'agosto 1941 venne ordinato agli ebrei di costituire uno Judenrat gli eccidi cessarono e i raduni giornalieri vennero sospesi verso ottobre. Iniziarono invece le confische di oggetti di valori e la cacciata delle famiglie ebraiche dalle loro case. Il cosiddetto Consiglio degli Anziani (Altestenrat) costituito per ordine tedesco aveva come presidente un uomo d'affari chiamato Izraelit. Il suo vice era un avvocato, un tale Kagansky. La comunità aveva anche una sua casa di riposo per anziani, l'Ospedale Linat Tsedek. I tedeschi continuarono tuttavia ad uccidere tutti i giorni. Secondo un rapporto della SD locale tra il 22 settembre ed il 13 dicembre 1941 erano stati uccisi 658 ebrei, per la maggior parte "inabili al lavoro". Nel novembre 1941 un altro rapporto informava che in città rimanevano vivi 3.890 ebrei. Il 13 dicembre 1941 l'SD ordinò agli ebrei di rimanere in casa il 15 ed il 16 dicembre. Vennero emessi circa 350 nuovi permessi di lavoro per gli operai specializzati impiegati presso gli uffici di polizia, per qualche artigiano ritenuto essenziale alla produzione per l'esercito, ai rappresentanti dell'Altensrat e al personale dell'ospedale. Nella notte del 14 dicembre la polizia lettone rastrellò gli ebrei nelle loro case e li condusse in prigione. Soltanto coloro che avevano ricevuto i nuovi permessi di lavoro furono rilasciati insieme alle loro famiglie. Tutti gli altri vennero fatti marciare sino a Skeden, un villaggio di pescatori a nord di Liepaja. Il massacro iniziò al mattino del 15 dicembre e proseguì sino al pomeriggio del 17. Furono massacrati 2.731 ebrei, uomini, donne e bambini e 23 "comunisti". In una lettera del 3 gennaio 1942 indirizzata dal comandante delle SS e della polizia di Liepaja al suo collega di Livland scriveva: " L'esecuzione degli ebrei eseguita durante quel periodo costituisce tuttora l'argomento del giorno per la popolazione locale. La sorte degli ebrei viene compianta intensamente e si possono sentire solo poche voci positive relative all'eliminazione degli ebrei. Nel febbraio e nell'aprile 1942 vennero ripetute le fucilazioni a Skeden. Morirono 805 (secondo altre fonti 829) ebrei, altri 22 riuscirono a fuggire. Ciò che era rimasto della comunità ebraica fu confinata in una dozzina di appartamenti in città che divennero il ghetto di Liepaja. L'8 ottobre 1943 i tedeschi decisero di liquidare il ghetto. Gli abitanti vennero arrestati e condotti al campo di Kaiserwald presso Riga. Nel tragitto 11 ebrei riuscirono a rifugiarsi presso un contadino, un tal Saduls che aveva preparato un bunker sotterraneo per ospitarli. Gli ebrei nascosti ricevevano cibo in cambio di piccoli lavori. Rimasero così nascosti sino al 9 maggio 1945 quando le truppe sovietiche liberarono la città. Erano rimasti vivi soltanto venti o trenta ebrei, la comunità ebraica di Liepaja non esisteva più. Testimonianza dell'Oberbootsmaat Schulz sulle esecuzioni a Liepaja Vidi una trincea lunga e profonda che sembrava essere quella scavata dagli ebrei il giorno prima. Sulla trincea stavano delle SS e membri della polizia lituana che indossavano dei bracciali. L'area dell'esecuzione era circondata dai lituani. I camion arrivavano a destra della trincea e a quel punto le vittime venivano trascinate giù dai mezzi come fossero bestiame. Tutta questa operazione veniva compiuta dalla polizia lituana. Questi poliziotti avevano dei bastoni ed erano armati con delle carabine. Vidi che le vittime venivano malmenate con i bastoni. Ogni volta le cinque vittime dovevano camminare in fila indiana verso la trincea. I cinque tiratori se ne stavano dall'altro lato della trincea. Ricordo chiaramente che un ufficiale delle SS stava fermo sulla trincea. Vicino a lui c'erano altri uomini delle SS o della SD.