La capra domestica (Capra hircus Linnaeus, 1758 o, per alcuni autori, Capra aegagrus hircus) è il discendente addomesticato dell'egagro dell'Asia Minore e dell'Est europeo. L'esemplare maschio è detto becco, capro, caprone, montone o, più raramente, irco.La specie allo stato selvatico ha un areale che comprende l'Asia Minore, il Caucaso, il Turkestan, l'Iran, il Belucistan, il Pakistan e l'India. Esistono popolazioni selvatiche, introdotte in epoca storica, in alcune isole del Mediterraneo centro-orientale (Creta, Cicladi, Sporadi) e popolazioni di capre domestiche tornate in epoca relativamente recente allo stato selvatico sono presenti in alcuni paesi europei come la Gran Bretagna. In Italia è presente allo stato selvatico sull'isola di Montecristo (Arcipelago toscano)[2] e sull'isola di Caprera (Arcipelago di La Maddalena). La sua introduzione al di fuori dell'areale naturale ha prodotto gravi danni agli ecosistemi, per questo è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.L'allevamento caprino ha origini antichissime, la capra è, infatti, tra gli animali di più antica domesticazione. Essa avvenne verso il 9.000-10.000 a.C. nel medio oriente a partire dalla Capra aegagrus (Bezoar), l'unica vivente all'epoca in quest'area. I primi ad addomesticare le capre, stando ai reperti, furono gli abitanti dei Monti Zagros, in Iran, allo scopo di avere una fonte sicura e sempre accessibile di carne, latte e pelli. Le prime capre domestiche erano tenute in piccoli greggi seminomadi che si spostavano nelle zone collinari alla ricerca di cibo, sempre sorvegliati da pastori, generalmente giovani o adolescenti. Le capre sono dei ruminanti; ciò significa che il loro apparato digerente è diviso in tre stomaci aghiandolari, il rumine, il reticolo, l'omaso e uno ghiandolare, l'abomaso. Sono in grado di arrampicarsi sugli alberi che abbiano il tronco un po' contorto e/o rami sufficientemente bassi. [1] Le pupille delle capre sono a forma di segmento orientato in senso orizzontale: la visione periferica a tre dimensioni è tanto più efficiente quanto più l'oggetto è vicino alla pupilla. Pupille del genere, disposte orizzontalmente, potrebbero rappresentare un adattamento alla vita in ambienti prevalentemente rocciosi e montuosi, dove una buona visione in un piano verticale è assai utile. Alcune razze di capra e di pecora appaiono superficialmente simili; in effetti questi due animali sono assai strettamente imparentati, tuttavia la coda delle capre è sempre rivolta verso l'alto mentre quella delle pecore punta sempre verso il basso. Il cariotipo normale della capra è costituito da 60 cromosomi, dei quali 58 sono autosomi, tutti acrocentrici, due sono i cromosomi sessuali; il cromosoma X è un grande acrocentrico, approssimativamente di dimensioni pari all'autosoma 2, l'Y è invece un piccolo metacentrico, l'unico cromosoma presente nel cariotipo della capra. La lunghezza relativa si riduce costantemente passando dalla coppia numero 1 alla 29; le differenze tra alcune coppie sono talmente ridotte che l'identificazione con le sole tecniche di misurazione diventa quasi impossibile. Sono pertanto necessarie tecniche di bandeggio che consentano un'identificazione certa tramite il confronto delle bande ottenute con il rispettivo modello standardizzato. Considerando valida la teoria dell'evoluzione del cariotipo basata su funzioni centriche, possiamo ritenere il cariotipo di capra (2n=60) essere quello ancestrale; da questo, senza l'intervento di fusioni centriche, si sarebbe evoluto il genere Capra che oggi conosciamo. La capra è considerata una specie a ciclo poliestrale stagionale in quanto presenta cicli estrali continui solo in alcuni mesi dell'anno, intervallati da un periodo di anaestro la cui lunghezza è variabile in funzione della latitudine e della razza. In determinati climi, le capre sono in grado di riprodursi per tutto l'anno; le razze di provenienza nordica o montana tendono invece ad avere un ciclo riproduttivo basato sulla lunghezza del fotoperiodo. La stagione riproduttiva, per questi animali, inizia quando le giornate cominciano ad accorciarsi, per terminare all'inizio della primavera. Alle nostre latitudini il primo calore si manifesta, solitamente, nei mesi di giugno - luglio; se non vi è accoppiamento si può presentare una lunga serie di estri ad intervalli regolari (21 giorni), oppure si può verificare un ulteriore periodo di anaestro. Di norma la ciclicità diventa regolare a partire da agosto - settembre fino alla metà di dicembre. https://it.wikipedia.org/wiki/Capra_hircus https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it