Il campanile di Samone batte la sua ora. Nessun altro rumore si ode nella valle, né auto né industrie: la Lada grigia di Capra è parcheggiata accanto all'arbusto della rosa canina curativa e alla legna, com'è il titolo del disco che ha reso gloria ai Gazebo Penguins. Sul tavolo a piano terra gli ortaggi di stagione, al fuoco gli odori di cucina: zucca, cavolo nero, aglio, cipolla e farro per la zuppa saporita, le cipolle e la farina di ceci per la torta salata, il topinambour selvatico come i formaggi biologici di vacca bianca e di pecora, un nido di paglia sul davanzale. Sostenibilità, spazio e stagioni sono le tre esse alle quali Capra e famiglia affidano la propria bussola, parole ricorrenti mentre piantuma l'aglio e gli si chiede: come ti vedi, fra una decina d'anni? Lui sicuro risponde, e irreversibile: «Non si torna indietro alla pianura, alla città. Tra dieci anni mi vedo ancora qui, se potremo», fiero di aver fatto la cosa giusta. Credits Realizzato da Filippo Perfido e Enrico Veronese Musica dei Gazebo Penguins Si ringrazia Agnese, Ester e Gabriele