“Romanzo tale e quale tocà al compare Vito” Si propongono all'ascolto questi versi del poeta ed illustre medico chirurgo padovano Pier Giuseppe Cévese, abilmente da lui recitati, che fanno rivivere l'atmosfera del “Filò”. In tempi passati, esso si solgeva nelle stalle di certe famiglie contadine, dove, d'inverno, nelle ore serali, loro componenti si riunivano per scaldarsi vicino al bestiame ed avere lì l'occasione di fare qualche lavoretto, godendo del piacere della compagnia e chiacchierando in libertà del più o del meno. In tale contesto di“filò” ecco il vecchio Vito, che racconta agli amici e parenti un' avventura amorosa della sua giovinezza, che si conclude in maniera rocambolesca ad opera dell'azione combinata della moglie e dell'amante. E' una simpatica storiella, raccontata con le meravigliose espressioni di un linguaggio gergale veneto, in uso fino ad alcuni decenni or sono tra la gente comune. Per gli ascoltatori di lingua veneta, alcune espressioni, anche se antiche, saranno scontate nel loro significato; per gli altri, pur se incomprensibili, se prese isolate, esse potrebbero risultare più chiare nell'economia globale del racconto. In ogni caso, anche se così non fosse, si spera che si possa godere della piacevolezza dell'espressività di un linguaggio, ora dolce e delicato ora deciso e prorompente.