Il 10 settembre u.s. alla Millenaria la cena - dibattito fra le regioni del Nord. La notizia dei possibili tagli di 500 milioni ai contributi per le aziende raggiunge Gonzaga ed è subito polemica. Indiscrezioni varcano i cancelli della Millenaria e infiammano il dibattito sull’agricoltura sostenibile promosso da Confagricoltura Mantova, in collaborazione con Confagricoltura Brescia e Libera, l’associazione degli agricoltori cremonesi: il governo starebbe pensando a un taglio di 500 milioni ai contributi delle aziende attive nel settore primario. La notizia ha il sapore di una ghigliottina a lama fredda e accende la polemica. «Se fosse vero – si chiede l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava – dove andremmo a finire? In Lombardia due persone su cento lavorano nel comparto, è un dato importante. E mi spiace che stasera il ministro dell’Ambiente Galletti non sia qui perché a maggio aveva garantito che entro il 30 giugno gli imprenditori avrebbero avuto risposte sulla revisione delle zone vulnerabili, avrei voluto chiedergli quanto dovranno aspettare ancora. Perché, se qualcuno non l’avesse capito, la nostra zootecnia è a rischio chiusura». Su delega del ministro c’è Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente che evidenzia come i numeri della relazione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, abbiano dimostrato che «la maggior parte del territorio, indipendentemente dal grado di pericolo ad esso associabile, è soggetto alla presenza di sorgenti multiple. Il contributo prevalente di natura zootecnica, così come quello civile, interessa non più del 10% delle superfici regionali. Gli agricoltori – sottolinea – non pagheranno per responsabilità che non hanno». Quello emerso dalla cena – dibattito è comunque un messaggio positivo: le regole ambientali non sono un freno alla redditività. «È importante produrre energia in maniera sostenibile e ridurre le emissioni di CO2 integrando la produzione di biogas nel sistema agricolo – spiega il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – è necessario che l’impegno sul biologico e le necessità economiche trovino un compromesso. Non si può vivere di solo biologico perché l’economia di molte aziende ne risentirebbe pesantemente. Negli ultimi anni si è diffusa un’immagine troppo bucolica…settore che estromette qualsiasi forma di tecnologia, ma le nuove tecnologie sono una risorsa preziosa. Serve una strategia comune». Molti le questioni snocciolate nel corso della serata: dal greening al piano di azione nazionale per l'uso dei prodotti fitosanitari; dai dati incoraggianti dell’export a quelli dell’occupazione in agricoltura. E poi il ruolo e l’utilità dei corpi intermedi, Expo 2015, la complessa diatriba sugli Ogm che sabato 13 settembre saranno protagonisti di un dibattito che si preannuncia vivacissimo. Appuntamento al Mamu alle 10. «È il secondo appuntamento che ha visto le regioni del Nord dialogare insieme – conclude Matteo Lasagna, presidente di Confagricoltura Lombardia e Mantova – Incontri come questo hanno proprio l’obiettivo di rafforzare il dialogo fra territori caratterizzati da una struttura agricola per molti versi simile. Da tempo ci stiamo impegnando per costruire un fronte comune in grado di pesare sulle decisioni centrali e ce la stiamo facendo. Inoltre, ricordo che Confagricoltura vede nell’uniformità delle norme e delle regole un fattore di competitività, per questo crede nel confronto e lo promuove». Alla serata hanno partecipato, oltre a Fava, gli assessori regionali all’Agricoltura di Emilia Romagna e Piemonte, Tiberio Rabboni e Giorgio Ferrero. Tra i relatori anche Oreste Invernizzi, direttore del territorio nord ovest di BNL Gruppo BNP Paribas. Ha coordinato i lavori Sebastiano Barisoni di Radio24 – Il Sole24Ore.