Agricoltura, Country Christmas 2011: perchè diciamo NO agli animali in Fiera a Pordenone
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Se "cultura Country" fosse semplicemente sinonimo di canzoni e balli non ci sarebbe alcunché da eccepire.
Ma la manifestazione "Country Christmas" ha portato in scena anche quest'anno gli animali (pony, cavalli, vitelli), impiegandoli in spettacoli che riteniamo in netto contrasto con le loro caratteristiche etologiche e con il rispetto loro dovuto.
Questi animali sono stati sottoposti a una quattro giorni fatta di show equestri, giochi con il fuoco, acrobazie, numeri di giocoleria, solo per citare alcuni esempi.
Non vediamo molta differenza fra queste "discipline" e gli spettacoli circensi, che da sempre condanniamo.
Non capiamo quale divertimento ci sia nel rincorrere a cavallo dei vitelli impauriti e rinchiuderli all'interno di un recinto, né quale gioia possa rappresentare per dei cavalli lo stendersi a terra con un addestratore che si pone in verticale su di loro.
Nulla di tutto questo può essere realizzato, a nostro avviso, senza il ricorso alla sopraffazione e alla costrizione.
Cavalli assoggettati all'uomo, spronati a correre, a volteggiare su se stessi, a camminare all'indietro.
E vitelli, quindi cuccioli, spinti da un capo all'altro dell'arena in preda alla paura.
Per chi ama queste discipline gli animali non sono altro che strumenti di lavoro da addestrare e impiegare in spettacoli che dovrebbero addirittura divertire.
Fintanto che esisteranno reining, team penning, show equestri e altri spettacoli del genere noi saremo sempre contrari al Country, anche a Natale.
Perché al Country Christmas non è un Natale buono per gli animali.
Commento
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che tristezza:(((
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naturale si: dal 3.08 al 3.20 (circa) il cavalo grigio che si sdraia è naturale è così che i cavali selvaggi si grattano la schiena poi anche il pezzato che si impenna è naturale: così lottano i cavalli
Comunque anche io sono animalista per certi versi: voglio proteggere i beagle dagli esperimenti!
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Non credo nelle discipline agonistiche con i cavalli, tantomeno in quelle non etologiche come barrel, pole bending, etc...
Molti spettacoli che vediamo sono in coercizione, che non vuol dire necessariamente uso della forza, ma eliminare le scelte naturali di un individuo, anche psicologicamente.
Come qualcuno ha scritto però, al di fuori di queste discipline, ci può essere un rapporto di fiducia con il cavallo, che accetta di buon grado di essere sellato, montato e condotto, assieme a lui, in passeggiata per esempio. Personalmente mi relaziono con i miei puledri al paddock fin da quando sono con la mamma. Mai sella fino ad oltre i 2 anni, liberi con me nei boschi; poi si fidano talmente tanto che una sella ed una capezza con corda bastano, con l'aiuto del corpo, per avere armonia e e non sottomissione anche in sella.
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Poi trovi certi video e l'unica cosa che puoi fare è RIDERE. Sono la prima che non sopporta il maltrattamento, la prima ad essere animalista ma questo non è essere animalista: i veri animalisti cercano il VERO maltrattamento.Tutto questo non è maltrattamento, tutto questo è il risultato di anni e anni di fiducia, non potete capire, finchè non lo provate, cosa si prova ad avere un legame cosi forte da poter fare queste cose. Andate a "trovare" il vero maltrattamento che in giro ce ne abbastanza.
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i nostri cavalli che vivono liberi nei paddok quando ci vedono fanno a gara per essere presi per primi .... e quelli che rimangono nel recinto rimangono delusi.. quindi non facciamo di tutta l erba un fascio. i risultati possono sembrare gli stessi ma il percorso e' diverso. Tra cavallo e cavaliere si crea una magia.diventa il nostro migliore amico e ci prendiamo cura di lui piu' che di noi stessi. il cavallo si alza su due piedi in natura.. infatti insegnarglielo è la cosa più facile al mondo.
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forse dovrebbe parlare chi ha dei cavalli... per potersi fidare ad andare al galoppo e fare numeri stunt sul cavallo devi fidarti di lui e lui di te.... nel ranch dove tengo i cavalli io seguiamo il metodo parelli... non è vero che per far sdraiare un cavallo serve usare la forza ma si usa la fiducia e un training delicato che dura molto tempo...
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che spettacolo decadente, quanta tristezza.... poveri animali :(
Se "cultura Country" fosse semplicemente sinonimo di canzoni e balli non ci sarebbe alcunché da eccepire. Ma la manifestazione "Country Christmas" ha portato in scena anche quest'anno gli animali (pony, cavalli, vitelli), impiegandoli in spettacoli che riteniamo in netto contrasto con le loro caratteristiche etologiche e con il rispetto loro dovuto. Questi animali sono stati sottoposti a una quattro giorni fatta di show equestri, giochi con il fuoco, acrobazie, numeri di giocoleria, solo per citare alcuni esempi. Non vediamo molta differenza fra queste "discipline" e gli spettacoli circensi, che da sempre condanniamo. Non capiamo quale divertimento ci sia nel rincorrere a cavallo dei vitelli impauriti e rinchiuderli all'interno di un recinto, né quale gioia possa rappresentare per dei cavalli lo stendersi a terra con un addestratore che si pone in verticale su di loro. Nulla di tutto questo può essere realizzato, a nostro avviso, senza il ricorso alla sopraffazione e alla costrizione. Cavalli assoggettati all'uomo, spronati a correre, a volteggiare su se stessi, a camminare all'indietro. E vitelli, quindi cuccioli, spinti da un capo all'altro dell'arena in preda alla paura. Per chi ama queste discipline gli animali non sono altro che strumenti di lavoro da addestrare e impiegare in spettacoli che dovrebbero addirittura divertire. Fintanto che esisteranno reining, team penning, show equestri e altri spettacoli del genere noi saremo sempre contrari al Country, anche a Natale. Perché al Country Christmas non è un Natale buono per gli animali.
Commento
Comunque anche io sono animalista per certi versi: voglio proteggere i beagle dagli esperimenti!
Molti spettacoli che vediamo sono in coercizione, che non vuol dire necessariamente uso della forza, ma eliminare le scelte naturali di un individuo, anche psicologicamente.
Come qualcuno ha scritto però, al di fuori di queste discipline, ci può essere un rapporto di fiducia con il cavallo, che accetta di buon grado di essere sellato, montato e condotto, assieme a lui, in passeggiata per esempio. Personalmente mi relaziono con i miei puledri al paddock fin da quando sono con la mamma. Mai sella fino ad oltre i 2 anni, liberi con me nei boschi; poi si fidano talmente tanto che una sella ed una capezza con corda bastano, con l'aiuto del corpo, per avere armonia e e non sottomissione anche in sella.