DIETRO IL PORTONE (traduzione dal dialetto mantovano) Quando ho visto in fondo a quel muro là Le baracche e i reticolati E il freddo che mordeva come un cane, dentro nelle ossa, dentro nelle mani C'era gente che veniva da lontano, parlava un'altra lingua parlava piano Ci hanno preso scarpe e valige, l'oro, l'argento e i documenti E la notte in mezzo al pantano, spara a vista la ronda con i cani E ammucchiati come bestiame c'è chi trema e chi muore di fame Non c'era niente in torno al campo e la neve cadeva piano Vestiti solo con due stracci e con un numero sopra il braccio E se questo è un uomo uno fra centomila Non ricordo chi sono non ricordo il mio nome Nel campo dietro il portone Quando l'inverno è diventato l'estate Quasi due anni sono ormai passati E il treno continua ad arrivare pieno di gente che ancora non sa E i prigionieri come me quelli che sono arrivati non sono mai tornati E il vento continua a soffiare porta la polvere dai reticolati E se questo è un uomo uno fra centomila Non ricordo chi sono non ricordo il mio nome Nel campo dietro il portone E il treno continua ad arrivare, pieno di gente che ancora non sa E il vento continua a soffiare, porta la polvere oltre i reticolati