Con i droni è possibile avere una visione del campo dall’alto e sapere quali piantine soffrono per parassiti, mancanza d’acqua o di fertilizzante. Si può arrivare a una precisione del metro quadrato, mappare il campo e intervenire solo dove serve. La visione a bordo campo non basta. E il drone fa quello che un elicottero non può fare. Non solo per questione di costi, basta vedere qual è la realtà dei nostri campi in Piemonte o Lombardia: incuneati tra case, paesi, tralicci dell’alta tensione. Con il drone non solo si risparmia, ma si tratta della qualità e sicurezza alimentare: se in un angolo del campo, all’insaputa del contadino, le piante sono stressate dalla mancanza di acqua, nutrimenti o farmaci, diventano preda dei parassiti. Come le piralidi, farfalle che attaccano il mais aprendo la strada a infezioni da fungo molto pericolose per la salute umana. E l’infezione si propaga alle piante sane, causando danni enormi l’occhio volante del drone potrebbe contribuire a limitare.