Roma (askanews) - E' l'oggetto misterioso del referendum costituzionale. Si chiama Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel), quasi nessun cittadino lo conosce e la riforma propone di abolirlo. Il Cnel è un parlamentino di esponenti sindacali, imprenditoriali e sociali istituito dall' art. 99 della Costituzione per fornire consulenza a Governo e Parlamento su questioni economiche e sociali e proporre disegni di legge. Fino al 2011 era composto da 121 membri, poi dimezzati a 64 e oggi ridotti a 24, perché 40 si sono dimessi e non sono stati sostituiti. Negli anni del massimo splendore è arrivato a costare 22 milioni l'anno. Oggi costa 8,7 milioni, sostanzialmente per la cinquantina di dipendenti e la sede, un' elegante palazzina romana di Villa Borghese, costruita tra il 1906 e il 1908 per ospitare l'Istituto Internazionale di Agricoltura, precursore della Fao per iniziativa del botanico Davide Lubin, di cui porta il nome. Dal 2015 i consiglieri non hanno più indennità (era 2.154 euro al mese) e rimborsi spese. Nei suoi 60 anni di vita il Cnel ha prodotto 96 pareri, 350 osservazioni e proposte, 270 rapporti e studi, 90 relazioni, 130 convegni e 14 disegni di legge. A che cosa è servito e a che cosa potrebbe ancora servire il Cnel se non fosse abolito? "Il Cnel - risponde il presidente Delio Napoleone, indicato da Confindustria - è stato voluto dal Parlamento come risposta a un modello sociale in vigore. Solo che mostra tutti i segni del tempo, perché 70 anni fa il mercato del lavoro era per il 50% nel settore primario e secondario, industria e agricoltura. Negli ultimi anni, come sappiamo, industria e agricoltura contano solo per il 20%, mentre l'80% del mercato del lavoro è costituito dal settore terziario, che non trova rappresentanza nel nostro parlamentino. Quindi ben venga una rivisitazione del Cnel che deve però continuare a rappresentare il nostro modello sociale. Quando eravamo a 64 consiglieri lavoravamo con 4 commissioni, più una quinta che si occupava in specifico di mercato e contratti di lavoro. Le commissioni si riunivano ogni settimana, minimo due volte al mese, più una riiunione mensile plenaria del parlamentino". Quanti disegni di legge del Cnel sono stati recepiti dal Parlamento? Risponde il vicepresidente Gian Paolo Gualaccini, indicato dal Terzo settore: "Come proposte di legge fatte dal Cnel - risponde il vicepresidente Gian Paolo Gualaccini, indicato dal Terzo settore - non ne è stata recepita nessuna dal Parlamento, che del resto non ha mai recepito neppure le leggi di iniziativa popolare e di iniziativa dei consigli regionali. Documenti con orientamenti e opinioni del Cnel sono stati recepiti in vari settori e in varie occasioni. Ma la domanda vera da porsi è un'altra: il ruolo di consulente di Parlamento e Governo assegnato al Cnel dalla Costituione è stato svolto pienamente, con una legge che risale al 1986, cioè 30 anni fa? Ci sono molti dubbi sul rispondere a questa domanda. D'altra parte, sono convinto che un luogo istituzionale delle forze sociali e dei corpi intermedi per come se ne parla nell'articolo 2 della Costituzione sia assolutamente necessario".