La zona archeologica di Menfi e le famose piramidi di Cheope, Chefren e Micerino costituiscono la più affascinante - e anche la più misteriosa - testimonianza della civiltà egizia. Le piramidi, sepolcri dei faraoni, sono prima di tutto straordinarie opere di ingegneria: ancora oggi, nonostante i lunghi e approfonditi studi, non sappiamo esattamente quali calcoli matematici e quali tecniche costruttive siano alla base della loro edificazione. L'importanza delle grandi piramidi di Giza, gravemente minacciate dall'inquinamento del Cairo, è tale che molto si sta facendo per la loro tutela, in modo da garantire alle generazioni future la possibilità di ammirare questo meraviglioso complesso.La civiltà dell'antico Egitto fiorì lungo i 120C chilometri che separano l'ingresso del Nilo in territorio egiziano presso Assuan dal Mai Mediterraneo. Era proprio il grande fiume a rendere ideali per l'agricoltura queste zone grazie alle sue piene annuali che ricoprivano i campi di fertile limo. Circa 5000 anni fa il primo faraone, re Menes, unificò l'Alto Egitto (territorio fino ad Assuan) e il Basso Egitto (la zona prossima al delta del Nilo), fondò la I dinastia e fece di Menfi la capitale del suo impero. Con il secondo faraone della III Dinastia, Zoser, iniziò il periodo che gli storici definiscono Antico Regno. A questo monarca si deve la piramide a gradoni di Saqqara, costruita dal grande architetto Imhotep. Due secoli più tardi lo sviluppo delle tecniche costruttive e soprattutto la capacità di dirigere e coordinare il lavoro di migliaia di operai permisero l'edificazione a Giza delle famose piramidi di Khufu, Khafra e Menkaura, più conosciute con il nome dato loro dallo storico greco Erodoto: Cheope, Chefren e Micerino.