Europei 2012- C.Ronaldo: "Voglio fare il massimo per la squadra" CORSPORT (A. Maglie) -- Yvonne vive in Baviera, a Deggerdorf per la precisione, e forse, al pari di Irina, è attratta da Cristiano Ronaldo. Yvonne è una mucca e si candida a sostituire il famoso Polpo Paul nel tormentone che da anni accompagna Europei e Mondiali: gli animali "eletti" al rango di indovini qui in Ucraina, un paese che ha sterminato senza particolare pietà i cani randagi. Alla Yvonne hanno messo davanti due ciotoloni pieni di cibo, uno con i colori tedeschi e l'altro con quelli portoghesi. Ha scelto quelli portoghesi e rischia di essere accusata di alto tradimento da Frau Merkel che oggi non metterà piede nello stadio di Lviv per protestare contro il trattamento non particolarmente umano riservato a Yulia Timoshenko, l'eroina in catene della rivoluzione arancione. Ci sarà, invece, Josè Mourinho che con Ronaldo ha un legame più profondo di quello della Yvonne (ma decisamente meno profondo di quello di Irina che di cognome fa, quasi significativamente, Shayk). «Penso che sia un mio obbligo stare con i miei giocatori in un momento così speciale per la loro carriera» , ha sottolineato lo Speciale per antonomasia. E dopo aver "benedetto" Ronaldo, volerà a Gdansk per dare sostegno ai madridisti impegnati con la Spagna contro l'Italia. Cristiano ringrazia considerando Josè un suo Maestro e confida che tutto questo (Yvonne compresa) sia di buon auspicio. Perché tra voci di mercato che lo vogliono al Milan rivitalizzato dai petrodollari e successi internazionali che ormai mancano da troppo tempo, l'uomo-simbolo del Portogallo cerca la grande affermazione con la sua Nazionale. Lo ha detto chiaramente: «Il mio sogno è conquistare un trofeo con la Selecao» . ALL'ATTACCO - Lui punta a liberarsi di due maledizioni: quella che impedisce al Portogallo di ottenere un riconoscimento tangibile della propria qualità tecnica, quella che ormai da diverso tempo lo ha relegato al ruolo di eterno secondo alle spalle del vincente Leo Messi. Quasi per liberarsi della seconda, qualche settimana fa ha urlato: «Io sono migliore di lui» . Non tutti gli hanno creduto. Perciò, a questo punto, non gli resta che vincere per dimostrare che in questa stagione in cui la "stella" di Leo e del Barcellona si è un po' appannata, lui è capace di trionfare a livello nazionale (il titolo della Liga) e a livello europeo. In fondo questo torneo è per lui l'ultima occasione dopo aver clamorosamente mancato l'accesso alla finale di Champions. A ventisette anni, novanta presenze alle spalle e trentadue gol realizzati, deve in qualche maniera dare un senso alla sua carriera, stabilire in maniera definitiva che dopo La "Perla nera", Eusebio, c'è lui lo "Zaffiro Bianco", anzi non dietro ma accanto. E se il colpo dovesse riuscire, potrebbe osare l'inosabile: vincere quel Pallone d'Oro che Messi ha trasformato in un soprammobile personale. FIDUCIA - Non è capitato benissimo visto che il girone è quello che è, il più difficile, combattuto di questo Europeo. Ma lui non si arrende: «Sappiamo di essere nel girone più difficile ma ci qualificheremo. Le squadre favorite non sempre vincono e noi possiamo, perciò approfittarne» . E' l'esperienza personale che lo fa parlare: nel 2004 nessuno avrebbe mai immaginato che al "da Luz" avrebbe trionfato la scorbutica Grecia privando l'elegante Portogallo del primo titolo internazionale. Poi ci sono gli emiri che lo osservano, il Milan che lo sogna, il Real che non lo molla (ma potrebbe essere costretto a farlo da quel fardello di cinque miliardi di indebitamento del calcio spagnolo che mal si coniuga con un certo tipo di ingaggi), Irina che lo gratifica e la mucca Yvonne che muggisce al ritmo lamentoso del Fado.