Leggi la guida completa: http://comefaretuttobene.blogspot.it/2016/03/come-piantare-per-talea-un-albero.html Il salice piangente (Salix babylonica) è un albero a foglie caduche, alto fino a 8-10 metri, originario dell'Asia centrale, ma diffuso allo stato selvatico in gran parte dell'area mediterranea. Ha fusto tozzo e breve, che porta una ampia chioma ovale, spesso molto disordinata, caratterizzata da lunghe ramificazioni pendule, che a volte raggiungono il terreno; il fogliame è di colore verde brillante, grigiastro sulla pagina inferiore, di forma lanceolata, molto allungata, con margine seghettato; i fiori maschili sono lunghi amenti gialli, mentre quelli femminili sono piccole infiorescenze verdastre, entrambi sbocciano su alberi differenti, all'inizio della primavera, quando spuntano le foglie. Sulle piante femminili ai fiori seguono i frutti, piccole capsule che contengono moti semi piumati, che si diffondono nell'aria in estate. Albero molto elegante e a crescita rapida, molto amato nei secoli scorsi nei giardini; da alcuni anni al S. babylonica vengono preferite altre essenze dello stesso genere, a causa dei molti parassiti che affliggono facilmente questo albero. Esposizione: predilige posizioni soleggiate, in luoghi eccessivamente ombreggiati tende ad avere uno sviluppo stentato; non teme il freddo e sopporta senza problemi gelate molto intensee prolungate. Annaffiature: questi salici necessitano di annaffiature costanti e regolari, temono molto la siccità, infatti, spesso sono posti a dimora nei pressi di laghi o corsi d'acqua, in terreni costantemente bagnati. Terreno: prediligono terreni ricchi e profondi, non eccessivamente drenanti; spesso possono essere posti a dimora in luoghi in cui molte altre essenze soffrirebbero, ovvero dove l'acqua ristagna ed il terreno è costantemente impregnato. Moltiplicazione: avviene generalmente per talea, utilizzando gli apici semilegnosi dei rami; le talee di salice radicano con grande facilità. Parassiti e malattie: i s. babylonica vengono spesso attaccati da rodilegno e cancri rameali; il legno è abbastanza fragile, quindi accade con frequenza che le ramificazioni più sottili si rompano.