Gli Iranici sono un insieme di popolazioni di origine indoeuropea (indoiranica), generalmente ritenuti discendenti dei portatori della cultura kurgan di Andronovo. Agli Iranici delle steppe si associano in genere: Sciti, Cimmeri, Saci, Parti, Alani, Sarmati. C'è da dire che all'epoca di Gaio Giulio Cesare (58-53 a.c), che secondo Svetonio e altri storici dell'epoca, era molto alto, con carnagione e capelli chiari ed occhi neri; i Germani ed est del Reno erano piu alti rispetto ai soldati Romani, se infatti i militari Romani superavano di rado il metro e mezzo di statura. "Gli Atuatuci discendevano dai Cimbri e dai Teutoni, quando videro che i Romani stavamo preparando, lontano, una torre, dalle mura incominciarono subito a deriderci e a gridare perché mai un marchingegno così grande veniva costruito a tanta distanza: su quali mani e quale forza i Romani, piccoletti com'erano (tutti i Galli, infatti, per lo più disprezzano la nostra statura a confronto dell'imponenza del loro fisico), facevano conto per avvicinare alle mura una torre così pesante?" De Bello Gallico, primo libro, riga 30. Da questo scritto, si può benissimo dedurre che lo stesso Giuio Cesare era solito confondere, erroneamente, le tribù barbare di razza Eurokurganica migrate in terra gallica, con tribù di indigeni autoctoni provenienti dalla gallia anatolica e non solo.. Penso che gran parte delle tribù che Cesare identificava come "galliche", nella cua campania militare in territorio gallico, in raltà, appartenessero ad un ramo di popolazioni barbariche, rette da sistemi patriarcali, che migrarono dal nord, alla ricerca di terre fertili e coltivabili, con un clima piu caldo e temperato. Da un altra prospettiva, sembra proprio che la razza Alpina-Mediterranea (pre indoeuropea-autoctona), era ancora molto presente all'interno dell'urbe dell'Impero Romano della penisola, e non solo. Si sà che l'Impero si forniva di legionari e mercenari che non povenivano sono dal Lazio, ma bensi, anche dai territori che colonizzavano; in particolar modo, dalla Gallia Cisalpina e Transalpina. Solamente gli apparati della classe dirigente-aristocratica Romana, qundi, si presume che fosse di razza Nordica allora, ma anche, di coloro che si trovavano in cima alle alte gerarchie della milizia Imperiale. Nel descrivere i Celti, Sergi dichiarava di condividere il ritratto che ne avava dato in precedenza l'antropologo Francese Broca: Statura relativamente bassa, corporatura robusta, cranio largo e corto, (cioè Bracchicefalo), faccia piuttosto larga, pelle bruna occhi e capelli scuri. La Civiltà della Valle dell'Indo era popolata da genti Dràvida o Dravidi che è il nome che viene dato alle genti brachicefale, di colore scuro, capelli neri e lisci Spesso oggi si indicano come dravidiche le popolazioni parlanti lingue dravidiche che sono maggiormente concentrate nella zona meridionale dell'India, nel nordest dello Sri Lanka e in piccole zone del Pakistan, del Bangladesh e del Nepal, anche se non necessariamente sono le dirette discendenti di tale popolo. La religione dravidica si fonda sul culto per la Dea Madre, Alcuni ritengono che queste popolazioni siano una ramificazione di una più vasta civiltà mediterranea che prima del III millennio a.C. si estendeva dalla Spagna fino alla zona del Gange. Secondo alcuni storici nello studio dell'arte, delle lingue, delle religioni e delle usanze dei popoli del bacino del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dell'India si trova chiaramente traccia di una comune eredità già prima dell'espansione greca e dell'ellenismo. Pasupati Pashupati, letteralmente "signore del bestiame" è il nome attribuito a una divinità del pantheon hindu che viene individuato fin nei sigilli della Civiltà della valle dell'Indo, laddove è raffigurato circondato da un certo numero di animali. Nell' India già colonizzata dagli Indoarii, questo appellativo verrà attribuita a diverse figure divine, innanzitutto a Siva nell'induismo, specie in Nepal, ma anche al dio vedico Puan che nel gveda è identificato come il signore degli animali. L'indologia ha dibattuto a lungo sull'identità di questa figura che, nelle rappresentazioni vallinde, si può accostare ad altre divinità "cornute" come Cernunnos presso i Celti e lo stesso Pan tra i Greci. E' possibile anche che si tratti di diverse ramificazioni appartenenti ad un unico grande popolo Mediterraneo, che, migrati nel continente Europeo in epoche antichissime, abbiano continuato le proprie tradizioni religiose raffigurando il signore degli animali in altri modi, sempre molto simili a quelle originali.