La farsa in tre atti "I casi sono due" è un capolavoro di Armando Curcio (famoso editore ma altrettanto rinomato autore di commedie). Scritta nel 1941, è stata resa celebre dall'interpretazione di Peppino De Filippo, che al protagonista di questa vicenda s'ispirò per il personaggio di Pappagone, creato per la trasmissione Scala Reale. Peppino curò la riduzione e la regia teatrale dell'edizione prodotta per la RAI nel 1959; le riprese vennero effettuate dal Teatro delle Arti in Roma con la regia televisiva di Fernanda Turvani. Un testo di macchietta farsesca efficace e senza cadute, che per solidità e assenza di pretese intellettuali fa pensare a certa scrittura teatrale anglosassone, capace di costruire meccanismi comici ad orologeria. La storia è un'ennesima rivisitazione del tema dell'agnizione, del riconoscimento, già caro a Plauto più di duemila anni fa e ripreso negli ultimi secoli da tantissimi drammaturghi e romanzieri: un padre cerca il figlio mai conosciuto, crede di averlo trovato, gli indizi lo conducono a un altro ragazzo, alla fine scopre con sollievo che il legame di sangue è con il primo. Per fortuna Armando Curcio rinuncia al possibile finale scontato, sporcando l'ottimismo e i buoni sentimenti con un'amarezza più verosimile, più ricercata, più interrogativa. Chi resta, in scena e in sala, continua a sorridere, ma con meno convinzione, perché se il padre rimane senza figlio, il figlio senza futuro, e la moglie con nient'altro che un cagnolino sostitutivo del suo amato Medoro, proprio nessuno può dirsi soddisfatto. Le domande sull'identità, sulle priorità, restano aperte, e nessuno, neanche la cameriera, può restare indisturbata nella categoria dei buoni; uscendo dal teatro, tra un commento e una risata, qualche tema importante resta smosso. Personaggi e interpreti: Gaetano Esposito I: Peppino De Filippo Giuseppe, cameriere: Pino Ferrara Maria, cameriera: Alba Cardilli Carmela, sguattera: M. Adelaide Zaccaria Signor Federico,maggiordomo: Pietro Privitera Barone Ottavio Del Duca: Cesare Bettarini Baronessa Aspasia: Gabriella Placci Sormani: Aldo Calori Gaetano Esposito II: Luigi De Filippo Susy: A.M. Casini; Miti: Paola Certini; Teresina Manfrecola, contadina: Miriam Pisani; Antonio Manfrecola, contadino: Pierino Bertello; Il portiere: Corrado Olmi; Il giardiniere: Carmine De Benedictis Trama: La vicenda è ambientata a Napoli, nella casa del barone Ottavio Del Duca e della moglie Aspasia. I due coniugi vanno d'accordo ma le loro giornate, pur senza screzi, procedono grigie verso la vecchiaia. Avvertono entrambi la mancanza di un figlio e di un erede. La baronessa sublima l'istinto materno nelle attenzioni verso il vecchio cane. Il barone , che somatizza la frustrazione in una pletora di malattie psicosomatiche, si decide a rintracciare un figlio segreto nato dalla fugace relazione prematrimoniale con una cantante. Quando l'estroso investigatore dell'agenzia contattata dal barone dichiara di aver scoperto l'identità del "trovatello" tutto sembra cambiare, ma le cose prendono una piega inattesa. Una serie di coincidenze rivela che l'erede altri non è che il cuoco di casa Del Duca, Gaetano Esposito, un truffaldino, rozzo e brutale, cresciuto alle malizie della vita di strada. Con le sue scorrettezze, Gaetano si è inimicato il resto della servitù. Non smentendo il suo caratteraccio, dall'istante in cui può chiamare "papà" il barone, utilizza il suo potere per vessare i servitori. Ma un altro caso lo riporta da cenerentolo in cucina, quando salta fuori un Gaetano Esposito II, più credibile di lui come pretendente al titolo. Chi tra i due è il vero baronetto?