La feccia del pianeta, questo eravamo. Meglio: così eravamo visti. Non eravamo considerati di razza bianca nei tribunali dell'Alabama. Ci era vietato l'accesso alle sale d'aspetto di terza classe alla stazione di Basilea. Venivamo martellati da campagne di stampa indecenti che ci dipingevano come "una maledetta razza di assassini". Cercavamo casa schiacciati dalla fama di essere "sporchi come maiali". Dovevamo tenere nascosti i bambini come Anna Frank in una Svizzera dove ci era proibito portarceli dietro. Eravamo emarginati dai preti dei paesi d'adozione come cattolici primitivi e un po' pagani. Finivamo appesi nei pubblici linciaggi con l'accusa di fare i crumiri o semplicemente di essere "tutti siciliani". "Bel paese, brutta gente". Ce lo siamo tirati dietro per un pezzo, questo modo di dire diffuso in tutta l'Europa (...) Oggi raccontiamo a noi stessi, con patriottica ipocrisia, che eravamo "poveri ma belli", che i nostri nonni erano molto diversi dai curdi o dai cingalesi che sbarcano sulle nostre coste, che ci insediavamo senza creare problemi, che nei paesi di immigrazione eravamo ben accolti o ci guadagnavamo comunque subito la stima, il rispetto, l'affetto delle popolazioni locali. Ma non è così. (...) da L'orda (quando gli albanesi eravamo noi) di Gian Antonio Stella - Edizioni BUR