Metodo antico usato nel Trevigiano (all'origine anche del detto "ciapar na cioca", ubriacarsi) per forzare una gallina a far la chioccia. Testimonianza di C. P., 1937, in dialetto veneto di Treviso, registrata da Camillo Pavan il 28.11.2016 a Sant'Angelo (TV), via Torre d'Orlando. Trascrizione «Le facevamo diventar chiocce… - Chi era l’esperta? Mia nonna Catina [Caterina], era lei, dapprima. Anche mia mamma ha fatto così, ma meno; mia nonna invece… Quando c’era una gallina che “faceva finta” di essere chioccia - perché anche adesso ci sono le “chiocce matte”, diciamo - stava là, spaccava magari le uova delle altre … allora lei [mia nonna] prendeva questa gallina che stava ferma senza fare la chioccia, mezza chioccia, “inpanpanàa”, così … le dava da mangiare a modo suo: vino e pane. Glielo dava lei, glielo dava in mano così. La chiamava, la prendeva: “coca, coca”… e le dava da mangiare pane e vino. Erano le vecchie di una volta, povere vecchie, che vivevano in mezzo alle galline: lei faceva così! 00:43 Le dava il pane e il vino, la [prendeva per le zampe] e la faceva girare su se stessa velocemente alcune volte e per due tre giorni. Dopo le metteva su un “coato” (covo), ferme e coperte. Così si “orientavano”, capivano di star ferme, andavano avanti, si facevano tutta la loro bella covata, quiete e tranquilla. - Ventidue giorni? Ventidue giorni. Le mettevi per terra, sotto una cesta di stropa (salice). Poi si mettevano anche i pulcini sotto la cesta e le chiocce curavano il covo e insegnavano a mangiare e bere ai pulcini. - E dopo, per “de-s’ciocarle”… Per de-s’ciocarle [farle perdere l’abitudine di covare], lo stesso: [prendevano per le zampe la chioccia] la giravano a vuoto, così, senza più darle niente [vino], e le lasciavano andare all’aria aperta, fuori. Questa è la sua storia… ». * - Inciocàr ‘na cioca. - Allevamento animali da cortile, agricoltura ''di sussistenza'', tradizionale - (fino agli anni '50 del 900). - Italia, regione Veneto, provincia e comune di Treviso.