La diffusione dei pivot (sistemi irrigui semoventi a torri mobili) recentemente ha visto una notevole diffusione. Se fino a 6-7 anni fa in Italia ogni anno ne venivano installati 20-25, oggi questi numeri sono raddoppiati. La loro diffusione è stata favorita dall'introduzione di tecnologie sempre più sofisticate per il controllo e la gestione dell'irrigazione, quali migliori meccanismi di azionamento, strutture più resistenti, quadri elettronici precisi e affidabili, telecontrollo a distanza, sistemi di guida con Gps. Le zone interessate a questo sviluppo sono soprattutto quelle della pianura del nord, lungo tutta la dorsale del Po, e le pianure venete e friulane. Sono diffusi principalmente laddove sono praticate colture estensive come mais e soia, e colture industriali quali pomodoro, mais dolce, patate, ecc. Al centro-sud nonostante ci siano condizioni favorevoli (maggiori esigenze idriche delle colture, vento, maggiore rischio di ruscellamento a causa dei terreni non del tutto uniformi e livellati) l'utilizzo dei pivot rimane più contenuto. Le grandezze degli appezzamenti dove vengono installate queste macchine irrigue non sono, al contrario di quello che in genere si pensa, necessariamente grandi: si parte infatti da circa 5-6 ettari per arrivare fino a circa 80 ettari. I moderni pivot sono azionati da motori elettrici o idraulici ad olio e dotati, su ciascuna torre, di un dispositivo guidato da un pannello di controllo centrale, pivot del tipo Lesa (irrigazione a bassa pressione) e Lepa (irrigazione di precisione a bassa energia), sono pivot che hanno una lunghezza di circa 400 m, possono funzionare su terreno piano o leggermente ondulato anche a pressioni molto basse: da circa 0,7 a 1,05 bar.