Ha aspettato di tagliare il traguardo, Hickstead. Ha dato il massimo fino alla fine, per il suo cavaliere. E poi si è spento, in un soffio di tempo, di fronte alla costernazione del pubblico di Verona, dopo aver portato al termine la sua ultima gara, il Gran Premio Rolex FEI World Cup, sotto la guida del suo cavaliere, Eric Lamaze. Se ne va un campione, quel campione che pochi mesi fa aveva surriscaldato le tribune di Piazza di Siena nel Gran Premio Roma, siglato dalla sua vittoria. Se ne va "il campione", salito sul tetto olimpico di Pechino con la medaglia d'oro individuale e incoronato medaglia d'argento a squadre. Ci lascia tra le lacrime, Hickstead, con un cuore grande così, fino alla fine. Applausi del pubblico e lacrime, che solcano il volto dei guerrieri abitualmente freddi del Gotha equestre, come Meredith Michaels Beerbaum, Jeroen Dubbeldam e Michel Robert, trasformano il campo del Gran Premio del CDI-W di Verona in una piazza di umana gratitudine nei confronti dei cavalli. In memoria di Hickstead, certamente, tutti gli appassionati di questo sport non dimenticheranno mai che il divertimento, l'agonismo e la vittoria, sono esperienze possibili solo grazie alla disponibilità dei nobili, generosi, coraggiosi cavalli, erbivori indifesi che ci danno il massimo.