“Risolvere il conflitto tra esseri umani e animali selvatici, compresi i ghepardi, è una delle sfide ambientali più importanti che oggi il mondo deve affrontare”. Conclude così Laurie Marker, una delle massime esperte al mondo di ghepardi, la conferenza tenuta al Museo di Storia naturale di Verona. Poche ore prima, aveva voluto incontrare Teo, Duma e Mookane, i tre giovani maschi di ghepardo ospitati al Parco Natura Viva, e salutarli nel tipico linguaggio di questa specie. La città scaligera è stata la seconda tappa in Italia del tour europeo che sta conducendo per sensibilizzare sul rischio estinzione del più veloce felino al mondo, che si protrarrà fino a fine marzo. “Noi facciamo quello che facciamo per salvare una specie che entro vent’ anni, a queste condizioni, sarà estinta”, afferma. Di fronte ad una sala gremita, che l’ha impegnata in numerose domande fino a sera, ha portato all’attenzione del pubblico italiano i problemi che derivano dalla difficile convivenza tra i pastori della Namibia, afflitti dalle perdite di bestiame, e i ghepardi africani, costretti dalla perdita di habitat a rifocillarsi degli animali d’allevamento. Ai presenti è sembrato un deja-vù, dove il felino più veloce della terra ha ricordato il mammifero più discriminato d’Italia: il lupo. Mentre nel nostro Paese si sta discutendo sulla fattibilità della convivenza fra uomo e gli animali selvatici, in Namibia Laurie Marker, alla direzione del Cheetah Conservation Fund, ha trovato la soluzione: “Dal 1994 il nostro centro di salvaguardia dei ghepardi sta attuando un progetto che fornisce a tutti gli allevatori un cane da guardia, per difendere il bestiame dai predatori. Noi alleviamo cani da pastore dell’ Anatolia e la razza Kangal, originari della Turchia, dove da 6.000 anni questi cani proteggono il gregge dai lupi. Il loro compito non è quello di attaccare i ghepardi, ma di frapporsi tra questi e il gregge. Finora, abbiamo donato 400 cani ai pastori e gli attacchi agli allevamenti si sono ridotti dell’ 80%”. In Namibia, nel caso del ghepardo, l’educazione pubblica e lo sviluppo di nuove strategie di gestione degli allevamenti stanno dimostrando di essere la chiave del successo. Laurie Marker viaggerà ancora per farcelo sapere anche se stavolta, in sala non era presente nessun rappresentante istituzionale.