PERCORSO METODOLOGICO DIDATTICO IN RETE TRA L'ISTITUTO COMPRENSIVO "BATTISTI - PASCOLI", L'ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO "A. VESPUCCI" MOLFETTA E L'ASSOCIAZIONE “EREDI DELLA STORIA” MOLFETTA. ANNO SCOLASTICO 2014/2015 GLI STUDENTI DEI DUE ISTITUTI COINVOLTI NEL PROGETTO INTERPRETANO EPISODI RELMENTE ACCADUTI NEL CORSO DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE, DESUNTI DA DOCUMENTI INEDITI D'ARCHIVIO. Le ultime ricerche storiche e i documenti privati emersi in occasione del centenario dell’Intervento italiano nel Primo Conflitto Mondiale hanno definitivamente sfatato l'opinione che le operazioni belliche siano state limitate soltanto alla zona del fronte nord orientale, col nemico austroungarico. Il governo in quel periodo operando sistematicamente sul controllo di censura che vietava di pubblicare sui giornali notizie deprimenti, teneva sistematicamente nascoste all'opinione pubblica le numerose incursioni aeree e navali degli austriaci sulla costa adriatica. Soprattutto le coste della Terra di Bari, ricche ed attive nel commercio marittimo, furono l'obiettivo degli attacchi nemici, non adeguatamente contrastati dalla Regia Marina. La difesa veniva spesso demandata all'iniziativa delle amministrazioni comunali che dovevano talvolta suggerire ai comandi militari le soluzioni per contrastare gli attacchi austriaci. Dichiarando guerra all'impero austroungarico, il Governo non aveva considerato quanto potesse essere esposto il versante adriatico alle rappresaglie nemiche. Soprattutto la costa pugliese, così vicina a quella avversaria, era un bersaglio fin troppo semplice da colpire. Ma soprattutto nessuno aveva calcolato quanto ciò potesse costare alla florida economia di Terra di Bari che aveva nella pesca e nel commercio con i porti austriaci la sua maggiore risorsa. È singolare il destino della Terra di Bari. Nel regno borbonico aveva un ruolo centrale ed era di gran lunga la regione più produttiva e dinamica del regno. Con l'impresa dei Mille e la nascita del Regno d'Italia venne commissariata, spogliata dei suoi beni demaniali che sorreggevano l'economia agricolo pastorale, privata di gran parte dei ricchi mercati, tartassata per la produzione interna e le esportazioni. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale la regione vide definitivamente crollare la propria economia. Prima con la fine del commercio nell'area del golfo di Venezia, area di guerra ad ovest e territorio nemico ad est, poi con il blocco della pesca. Crollo dei prezzi dell'olio, mancanza di derrate alimentari derivanti dalla pesca e danni gravissimi alle imbarcazioni ed ai porti.