"In questo periodo le nostre piante sono nel pieno della fase fenologica del riposo vegetativo ed è questo dunque il momento migliore per eliminare i tralci che nell'annata scorsa hanno portato i grappoli a maturazione. La potatura, che consente di mantenere la pianta nella sua forma adatta al sistema di allevamento prescelto, è allo stesso tempo una pratica invasiva e necessaria. Invasiva perché le ferite inferte possono favorire la penetrazione all'interno dei tessuti legnosi di funghi parassitari che possono danneggiare gravemente il tronco e a volte addirittura provocarne la morte. Necessaria perché la vite, se non viene potata, non è in grado di produrre uve in quantità ed in qualità adatte alla vinificazione. Non dobbiamo dimenticarci che la vite è in sostanza una liana che lasciata libera di crescere si arrampica velocemente su tutori e produce bacche solo per la produzione di semi in grado di riprodurre altre piante. La potatura quindi è una operazione molto delicata, fondamentale per il raggiungimento dell'equilibrio vegeto-produttiva della pianta stessa e fondamentale per il mantenimento dell'efficienza dei ceppi. Molte sono le occasioni in cui si parla di potatura dei vigneti, molte sono le forme di allevamento che cambiano da una zona viticola all'altra o da un vitigno all'altro. Per tutti però la regola principale da applicare è sempre la stessa: raggiungere gli obiettivi (cioè mantenere la forma e l'equilibrio della pianta) contenendo il più possibile i danni e limitando al minimo le dimensioni delle ferite. Questa operazione non deve essere eseguita quando le piante non sono ancora completamente nella fase di riposo vegetativo e deve essere completata prima che le radici risvegliate dai primi tepori primaverili comincino a pompare linfa nei vasi linfatici in preparazione del germogliamento: operando con queste modalità, verranno rispettati i ritmi fisiologici della natura senza forzature". (Roberto Abate: www.robertoabate.it) www.villapetriolo.com