La rete mafiosa di Milazzo 17 maggio 2010 La squadra mobile ha eseguito stamani a Messina quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Nicola Cannone, 45 anni, Francesco Carmelo Messina, 62 anni, Salvatore Puglisi, 54 anni e Francesco Di Maio, 32 anni. Secondo le indagini i quattro imprenditori del messinese avrebbero imposto ad un'impresa edile di Palermo, che nel marzo 2007 si era Aggiudicata l'appalto per la riqualificazione ambientale del litorale di ponente a Milazzo, non solo una tangente del 3% ma anche la fornitura di materiali. Indagati anche il Sindaco di Milazzo, Lorenzo Italiano (PDL) e l'anchorman Rino Piccione. Quattro imprenditori messinesi ritenuti collegati alla 'famiglia' mafiosa di Barcellona sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Messina nell'operazione antimafia "Ponente" per concorso in estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso. La squadra mobile ha eseguito stamani a Messina un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Nicola Cannone, 45 anni , Francesco Carmelo Messina, 62 anni, Carmelo Salvatore Trifirò, 38 anni , Salvatore Puglisi, 54 anni e Francesco Di Maio, 32 anni, imprenditori del Messinese, con l'accusa di estorsione e tentativo di estorsione con l'aggravante metodi mafiosi. Il provvedimento di custodia cautelare firmato dal Gip Antonino Genovese su richiesta del sostituto procuratore della Dda, Antonio Nastasi, è stato notificato in carcere al boss Carmelo Salvatore Trifirò della clan mafioso di Mazzarra' Sant'Andrea. Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina sono cominciate dopo la denuncia di un imprenditore edile palermitano. L'imprenditore, è comproprietario della Encla di Palermo che nel marzo 2007 si era aggiudicata un appalto per i lavori di riqualificazione e recupero ambientale del 'water-front' della riviera di ponente del comune di Milazzo (Me). Nell'agosto 2007, all'avvio dei cantieri, aveva subito atti intimidatori con la collocazione di bottiglie incendiarie su alcuni mezzi meccanici. Dopo aver ceduto alle richieste degli estortori nel maggio 2008 l'imprenditore ha deciso di denunciare. Dalle indagini, condotte dagli agenti guidati da Marco Giambra, è emerso che gli estortori erano imprenditori e imponevano la fornitura di materiale edile a prezzi maggiorati e sarebbero stati affiliati al clan dei Mazzaroti di Barcellona Pozzo di Gotto. L'importo della tangente richiesta era del 3% del valore complessivo dell'appalto, con un ulteriore richiesta del versamento di 20 mila euro per le famiglie dei detenuti quale "regalo natalizio". Nell'inchiesta figurano altri cinque indagati per il quale il magistrato aveva chiesto l'arresto ma che il gip ha rigettato. Si tratta di Elio e Carmelo D'Amico e Domenico Molino, indagati a vario titolo di estorsione e tentativo di estorsione. Indagati anche il sindaco di Milazzo, Lorenzo Italiano e l'anchorman Rino Piccione (foto in basso). Per loro l'ipotesi di reato è tentativo di concussione. Il sindaco Italiano è indagato per una vicenda risalente al settembre del 2007. Avrebbe detto al titolare dell'impresa che stava seguendo i lavori che "un suo caro amico aveva problemi di natura economica" e che avrebbe dovuto aiutarlo "perchè sarebbe tornato utile sia a me come impresa sia a lui come politico". Il sindaco avrebbe imposto all'amico imprenditore di andare da Rino Piccione il quale gli avrebbe detto che gli servivano 50 mila euro. Piccione avrebbe poi detto all'imprenditore che sarebbe intervenuto sul Sindaco per fargli ottenere l'anticipazione sull'appalto per la riqualificazione del water front di Milazzo. fonte: normanno.com http://malgradotuttoblog.blogspot.com/