I nuovi confini dell’agricoltura di montagna risiedono nella salubrità dei prodotti. Ne sono convinti i frutticoltori aderenti al Consorzio La Trentina che negli ultimi anni hanno sviluppato una serie di proposte migliorative per avvicinare sempre di più il sistema di coltivazione convenzionale con quello biologico. Non più una contrapposizione dunque fra due visioni dell’agricoltura, ma collaborazione, complementarietà, confronto e dialogo. Non è un caso che la puntata di questa settimana parta proprio da un’esperienza biologica. Siamo a Fraveggio, sulle colline che sovrastano il lago di Toblino e qui facciamo la conoscenza di Bruno Zuccatti da molti anni impegnato nel settore frutticolo. La sua è stata una scelta elaborata in età matura, ma che gli ha riservato una serie interessantissima di sorprese. Il metodo biologico, spiega Bruno, ti porta ad un rapporto diverso con la terra, con il volgere delle stagioni e delle condizioni meteo. Inoltre è necessario prestare molta attenzione al tema della fertilità del suolo, della difesa e del pronto intervento con prodotti in linea con i protocolli. Tecniche, come ci spiega il direttore del consorzio Simone Pilati, che sono presenti in altre forme anche nel settore convenzionale, dove si pratica la frutticoltura integrata. In quest’altro ambito produttivo, che rappresenta da anni la maggioranza dei coltivatori, si punta da anni all’obiettivo dell’impatto zero e al progressivo inserimento di tecniche di difesa mutuate dalla frutticoltura naturale come la confusione sessuale. Fabio Toniolli, responsabile tecnico del consorzio, ci spiega poi l’attenzione di questa organizzazione di produttori per la nuove varietà resistenti a tante malattie e funghi dannosi per il melo. Varietà che consentono anche al consorzio di poter contare su un più ampio ventaglio varietale e quindi una maggiore offerta per i mercati nazionali e internazionali. La Trentina è un consorzio che rappresenta diverse zone vocate alla frutticoltura che spaziano dalla valle dei Laghi alla valle di Cembra e piana Rotaliana, dalla Valle dell’Adige alla Valsugana. Negli obiettivi di questa organizzazione di produttori c’è dunque la valorizzazione del fondovalle e delle collina frutticola trentina al fine di ottenere un prodotto caratterizzato nel territorio. Presso il magazzino Valli del Sarca assistiamo al processo di lavorazione della mela dove. Questi frutti, trasportati dall’acqua vengono fotografati uno ad uno e classificati in oltre 30 categorie per pezzatura, colore e qualità. Questo processo consente al consorzio di soddisfare tutte le tipologie di consumatore andando incontro ai bisogni di una clientela sempre più attenta alla qualità e al gusto. In tema di gusto ricordiamo il nostro pranzo presso l’osteria della Cantina di Toblino con un antipasto con un carpaccio accompagnato da mele, un risotto anch’esso in tema frutticolo e una deliziosa torta alle susine di Dro. Il tutto accompagnato dai grandi vini di Toblino e servito grazie alla professionalità dello chef Guido Bosinelli e alla simpatia del maitre Ignazio Zaccone.