Il mugnaio Ernesto Bianchetti fotografato nel marzo 1985 con le antiche misure dei cereali utilizzate nel suo mulino ad acqua di Cusignana di Giavera del Montello. [Vedi anche http://www.youtube.com/watch?v=n7ok3S5PheQ e http://pavan-camillo.blogspot.it/2014/10/ernesto-bianchetti.1912.mugnaio.html] Da sinistra: minèa, quartièr, mesa quartèa, quartèa. Quattro quartee equivalevano a un etoitro (ettolitro), nome con cui era anche chiamato il contenitore metallico che veniva posto sotto «a boca dea trebia» per raccogliere il frumento batúo (trebbiato) e versarlo nel sacco. Quartea ed etoitro erano considerate nelle contrattazioni le unità di misura ufficiali. In particolare l'etoitro rappresentava per definizione «a mesura» della quantità di frumento trebbiato con le vecchie trebbiatrici fisse e la quartea era presente nei granai di tutte le famiglie contadine di una certa consistenza. Quando si doveva pagare l'affitto al padrone, corrispondere la percentuale «par el laóro» (per il servizio) al proprietario della trebbia in caso di pagamento a generi, oppure portare al parroco del villaggio il dovuto quartese (quarantesima parte del raccolto: una quartea ogni dieci ettolitri/sacchi), non si usavano né bilance né stadere. Si riempiva di grano con la pala di legno la quartea e poi la si livellava con «el manego déa pala». La più piccola delle misure, la minea, era utilizzata quasi esclusivamente per la farina. Serviva al mugnaio per la «molenda», cioè la percentuale di farina che gli spettava come pagamento per la macina. Per un quintale di farina il mugnaio si tratteneva normalmente due minelle. Per le granaglie (gli «aridi»), come per i «liquidi», venivano cioè prese in considerazione solo misure di capacità, non di peso, essendo il peso variabile a seconda dell'andamento della stagione. Se la stagione era stata buona e il grano era maturato bene (el gavea butà ben), un ettolitro poteva raggiungere e anche superare gli 80 kg. Se invece il frumento era umido (mojo) occupava più spazio ma pesava di meno e magari non arrivava ai 70 kg/hl. Per convenzione, comunque un ettolitro di frumento - ci spiegava il mugnaio Bianchetti - corrispondeva nel Trevigiano a 75 kg. Il granoturco e l'avena pesavano invece rispettivamente 72 e 65 kg. NOTA - Prima dell'avvento su tutto il territorio italiano del sistema metrico decimale, e della conseguente abolizione delle innumerevoli varietà di pesi e misure locali, a Treviso la misura base «per tutte le granaglie salvo l'avena» era lo stajo o sacco [staro], dalla capacità di 86, 81 litri, suddiviso in 4 «quarte», 4 «quartieri» e 4 «minelle». Per uno stajo di avena servivano «4 quarte colme ed una rasa». Cfr. 1 - Archivio di Stato Venezia - Atti preparatori del Catasto Austriaco, Provincia e distretto di Treviso, Comune censuario di S. Angelo, Nozioni generali territoriali. (1826). 2 - Per uno sguardo complessivo: Angelo Martini, Manuale di metrologia, ossia Misure, pesi e monete in uso attualmente e anticamente presso tutti i popoli, Loescher, Torino, 1883. - Attualmente «l'unità di base di contrattazione» dei cereali è la tonnellata. Cfr. il capitolo «Prodotti dell'agricoltura - Sezione I - Frumento, granoturco e cereali minori nazionali» in Raccolta ufficiale degli usi locali, revisione 2005, Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura di TV. ** Sull'uso della più grande di queste «misure» si veda il bel filmato in b/n girato da Giuseppe Morandi a Voltido (Cremona) nel 1967. I paisàn - 6/11 Jön du tri quater sac (la spartizione del granoturco) http://www.youtube.com/watch?v=uCzzd9wGb4k (C.P.)