CMT ovini e caprini Maggio Giugno 2007 Cellule somatiche -SCC- La stima delle cellule somatiche è considerata un parametro fondamentale della qualità del latte, in quanto tali elementi costituiscono un ottimo indicatore dello stato sanitario della mammella, nonché della possibile resa di caseificazione. Il latte proveniente da animali affetti da mastite presenta infatti una spiccata attività di proteolisi, dovuta all'azione degli enzimi batterici, il cui effetto è l'alterazione nel rapporto tra i vari tipi di caseine, con diminuzione delle frazioni proteiche adatte alla caseificazione: la resa casearia è pertanto nettamente inferiore. Le cellule somatiche sono composte da globuli bianchi ed occasionalmente cellule di sfaldamento epiteliale e agiscono come segnale precoce di avvertimento quando i batteri invadono la mammella. Il fattore più importante in grado d'influenzare lo SCC del latte è la mastite. Le infezioni causate da microrganismi patogeni arrecano danni alle cellule secretorie, riducendo la sintesi di lattosio, grasso e proteine. Le mastiti cliniche o subcliniche aumentano inoltre la permeabilità delle membrane cellulari, permettendo ai componenti del sangue di fluire nel latte, riducendo ulteriormente la produzione quali-quantitativa dei formaggi. Lo SCC è inoltre importante a causa della correlazione tra mastite subclinca (misurata tramite questo parametro) e produzione di latte. Il California Mastitis Test - CMT - è un test comunemente usato alla stalla, per stimare la quantità di cellule somatiche nel latte nei ruminanti. E' un test rapido e accurato per la diagnosi delle mastiti subcliniche nei bovini e negli ovini. Il campione di latte da esaminare latte (2-3 ml) viene depositato nella vaschetta di CMT ed è aggiunto un uguale volume di reagente (alchil-laurilsolfato 3%, sodio idrato 1.5% e porpora bromocresolo come indicatore); la paletta viene ruotata per miscelare il contenuto. In circa 10 secondi si può eseguire la lettura del risultato. Il cambiamento nella viscosità (da liquido a gelatinoso) e il viraggio del colore (da grigio a viola) della mistura di secreto e reagente vengono graduati come negativo, in tracce, oppure da dubbio a positivo (1+, 2+, 3+, 4+). Più alto è il grado di viscosità (più alto è il numero di positività), maggiore è la SCC del secreto mammario e quindi maggiore è il grado di infiammazione. Qualora la SCC sia elevata, si forma un materiale gelatinoso o simil-mucoso. Il rivelatore di pH, inoltre, diventa viola scuro nel latte alcalino e dal marrone al giallo nel latte acido. Nel bovino la prova è: negativa (0) se la mescolanza latte-reattivo rimane fluida e grigiastra; dubbia (1+) se si nota la comparsa di fragili coaguli che dopo breve tempo si sciolgono e la mescolanza assume un colore grigio violaceo; debolmente positiva (2+) se è presente un’accentuata formazione di coaguli e appare un colore grigio violetto; chiaramente positiva (3+) se vi è la formazione di una massa gelatinosa viola; fortemente positiva (4+) se tale massa gelatinosa è totale ed assume forma convessa non defluente nella vaschetta del test. Nei greggi di ovini da latte, sottoposti a mungitura meccanica, i valori di CMT tendono ad essere sovrapponibili a quelli dei bovini da latte. La diagnosi è quindi fatta sul singolo capo e sui singoli capezzoli, mediante l'analisi di una determinata quantità di latte per la determinazione del contenuto di cellule somatiche, indice di infiammazione e di mastite subclinica. Il latte di una bovina o di una pecora con mastite subclinica non ha un aspetto anomalo, e l'animale non ha altri segni clinici di mastite acuta come gonfiore o dolore della mammella.