MEMORIE DI VERDUNO una lunga storia di guerra e d'amore Appunti per un documentario Un piccolo paese delle Langhe, per secoli povero e isolato, si apre al mondo nel suo momento più tragico: la Seconda Guerra Mondiale. La nostra Storia, raccontata da chi l'ha vissuta in prima persona. HDV, COL, 38' Regia, Riprese e Montaggio: Paolo Casalis Un ringraziamento a Stefano Scarafia e Alessandria Vittore "Mi chiedo come abbiamo fatto a diventare così vecchi con le vitacce grame che abbiamo fatto da giovani" Carlo Fava, 91 anni, Verduno "All'epoca dicevamo di Mussolini: quand'era Re prendevamo il caffè, adesso che è Imperatore non ne sentiamo più l'odore" Delfina Songia, 86 anni, Verduno "La vita è una baracca e noi siamo i burattini che ballano" Carlo Fava, 91 anni, Verduno Sinossi Verduno, la "Sentinella delle Langhe", è un piccolo paese di collina, poche case e cascine riunite attorno a un campanile. Oggi rinomata meta turistica per i suoi vini e per la qualità di una vita semplice, a stretto contatto con la terra e con i suoi prodotti, il Paese ha vissuto in passato momenti di estrema povertà e durezza: la guerra, la miseria, l'occupazione tedesca e la guerra partigiana, la fame, la fillossera (un insetto che attacca le radici delle viti europee distruggendo irrimediabilmente interi raccolti). Sono ricordi di cui non rimangono tracce visibili tra i vigneti ordinati e ben tenuti, le case recentemente restaurate, le osterie e i ristoranti che attraggono turisti da ogni parte. Ricordi, tradizioni e costumi che sembrano appartenere a epoche lontane, mentre invece sono ancora ben vivi nella memoria degli anziani del paese, i protagonisti di una Storia ancora tutta da raccontare. Il Documentario narrerà la storia recente di Verduno attraverso la voce diretta dei suoi abitanti, andando a colmare una lacuna storiografica, che vede le ricerche sul paese ferme al periodo pre-bellico. La narrazione coprirà un arco temporale lungo quasi un secolo, con una particolare attenzione per il ventennio fascista ed il periodo bellico, di cui i protagonisti sono gli unici testimoni diretti. Non mancherà uno sguardo sui nostri giorni, sulla Verduno del dopoguerra e di oggi vista da chi ha memoria del passato e non ha timore, se necessario, di giudicare e criticare cinquant'anni di trasformazioni che hanno modificato persone, luoghi, architetture. Si presenta ai nostri occhi un'occasione unica e non ripetibile: raccogliere le testimonianze di una popolazione anziana tuttora attiva e partecipe della vita del paese: storie, ideali e valori che rischiano di essere dimenticati e che invece sono estremamente attuali. E' il momento di ascoltare. Il luogo Geograficamente, il Comune di Verduno è uno dei primi paesi delle Langhe, abbarbicato com'è su una ripida collina a breve distanza dal fiume Tanaro. Per secoli, il paese ha vissuto di una forma di agricoltura, fatta di pochi proprietari terrieri e una moltitudine di braccianti agricoli, che per la maggior parte della popolazione garantiva appena la sussistenza. La seconda guerra mondiale sconvolge la vita del paese, fino ad allora povera ma serena: fin dal 1940 i giovani di Verduno vengono mandati a combattere in Abissinia, Egitto, Grecia, Albania. Seguirà la Campagna di Russia e, dall'8 settembre del '43, l'occupazione tedesca e la lotta partigiana, che ha visto in Verduno un terreno di rastrellamenti e scontri armati. Nel dopoguerra, il paese vive di rimando i fenomeni della modernizzazione e dell'industrializzazione: la popolazione si trasferisce nelle grandi città in cerca di lavoro, ma chi rimane continua la secolare tradizione agricola e vitivinicola. Questo "mancato sviluppo", certamente non voluto nè cercato, è alla base dell'odierno sviluppo economico del Paese, fatto di viticoltura, di piccoli produttori, di turismo eno-gastronomico e culturale.