"Peccato d'orgoglio" - Alphataurus 1973 Sulle tracce dell'Orso Marsicano... Sabato 10 Novembre Io e Melody decidiamo di tornare sul monte Tarino (1961 mt.) ma questa volta con partenza da Campo Staffi. La giornata era incerta inizialmente ma comunque non potevamo certo arrenderci, infatti poco dopo il sole ha scaldato la nostra scalata. Da Campostaffi si scende seguendo la carrareccia che porta alla nuova seggiovia biposto del Ceraso. Questo bellissimo impianto è stato finito di costruire lo scorso anno ed è stato collaudato con esito positivo. Purtroppo nessuno ha ancora provveduto a portare la linea elettrica 380vv per farla funzionare e dal giorno del collaudo la seggiovia è ferma, esposta completamente ( fune e seggiolini) alle intemperie. Superato l'impianto del Ceraso si scende ancora per la carrareccia verso il bel pianoro Monna della Forcina 1570 mt. Da Monna della Forcina decido di andare prima sulla vetta del Tarino e passare al rifugio al ritorno. Da qui arriva anche il sentiero che scende sino a Fiumata , dove sorge il fiume Aniene. Dal pratone iniziamo la salita verso la vetta attraversando un tratto di faggeta con alberi dal fusto altissimo, ormai spogli. Scenario veramente suggestivo reso particolamente magico dall'altissimo tappeto di foglie cadute al suolo. Usciti dal basco d'un colpo ci appare la cresta del Tarino, in salita che a prima vista sembra quasi verticale, anche a causa della fatica della passeggiata tra i faggi. Il sentiero in salita verso la vetta è piuttosto esposto sulla vallata che precipita verso Fiumata e Filettino. La salita verso la vetta è agevole e gratificante grazie al bellissimo panorama: il monte Cotento da qui assume una aspetto nuovo, più selvaggio, i Cantari e il Viglio sempre li a dominare la valle, non tanto lontano Campostaffi e l'Anticotento. Il lontananza, dopo la sconfinata piana del Fucino imponente il gruppo del Velino-Sirente. In alcuni momenti in cui la foschia si dirada e le nuvole si dissolvono riesco a riconoscere il Corno Grande del Gran Sasso. Breve sosta in vetta per scattare qualche foto, bere un pò d'acqua e fare una merenda e riscendiamo verso la Monna della Forcina per la stessa via e da qui ci dirigiamo seguendo la strada verso il rifugio del campo Ceraso. Il rifugio è situato in un bel pianoro e subito vicino anche un laghetto per l'abbeveraggio del bestiame allo stato semi brado che pascola sui prati sotto al monte Tarino. Il rifugio non è buonissime condizioni, ma al suo interno c'è tutto il necessario per passare una notte e cucinare anche un piatto di pasta. Nella credenza: Olio, sale e pepe, qualche piatto, pentolame, del vino e altro, anche una scatola di candele. Un grande tavolone di legno al centro, dei bellissimi candelabri con le candele ancora nuove, un divanetto rosso. Sempre al piano terra anche un camino e una stufa a legna per cucinare. Al piano superiore due reti. Il tetto è stato recentemente rifatto ed il legno è in buonissime condizioni. Dopo una sosta in questo bellissimo angolo di appenini, decido di tornare all'auto posteggiata a campostaffi ma non per strada fatta all'andata... Io e Melody ci addentriamo in una faggeta seguendo le tracce lasciate dai taglia boschi cercando di andare nella direzione giusta: sono ormai quasi le 16 ed il sole inizia decisamente a scendere, ma sono ancora fuori dal sentiero e la preoccupazione cominciava a fare visita nei miei pensieri, quando la mia super amica Melody ritrova il sentiero 651 e con un certo sollievo affronto la fatica finale della ripida risalita nel bosco verso Campostaffi e la nostra auto. Eravamo sulle tracce dell'orso Marsicano che è tornato dopo tantissimi anni nel territorio del parco dei monti simbruini tra Filettino e Trevi: se lo avvessi incontrato avrei cercato di dirgli di stare ben alla larga dall'uomo! L'orso non lo abbiamo incontrato ma è stata una giornata bellissima.