L'On. Roberto Rosso, Sottosegretario di Stato del Governo Berlusconi, partecipando al convegno, che si è svolto a Reda, promosso dal Pdl di Ravenna, la sera del 21 Ottobre, sul tema "Agricoltura motore dell'economia?", tra le alte cose ha detto: "Uno dei problemi della nostra agricoltura è che le aziende sono guidate da vecchi. Con metodi vecchi senza la capacità di rivedere i processi produttivi. Io sono piemontese e vi dico che la fortuna del vino piemontese fu quella di "aver avvelenato" un po' di gente negli anni 80. A quel punto nessuno voleva bere più vino piemontese. Il mercato crollò e, di conseguenza, anche il valore della terra. Questo consentì a tanti giovani di entrare e di rivoluzionare il modo di concepire il vino. Una volta, dalle mie parti, l'uva si portava all'ammasso. Si produceva l'uva, non si produceva il vino. Oggi invece tutti i produttori vitivinicoli producono direttamente il vino per il mercato, accumulando un valore aggiunto significativo. La stessa cosa sta succedendo per il riso. Fino a pochi anni fa si lavorava sulla quantità, si mandava al prodotto alla riseria che lo trasformava per un terzo soggetto (Curti, Gallo ecc.) che pensava alla distribuzione. Oggi sempre di più il produttore agricolo tende a diventare egli stesso trasformatore e a raggiungere il consumatore. Un mio amico ha trovato lo sbocco nel mercato americano con confezioni minime già pronte alla bollitura. Vende la porzione per quattro persone, cioè per la famiglia media americana. " L'On. Roberto Rosso, dopo un'attenta analisi delle problematiche del comparto agricolo italiano, ha concluso: "C'è la possibilità, oggi, nel mondo, di vendere prodotti italiani a prezzi molto più elevati e quindi remunerativi. Però c'è bisogno di giovani e di idee nuove. Invece abbiamo gli anziani che non lasciano la conduzione delle terre ai giovani e c'è anche una condizione politica che non agevola questo processo. Paradossalmente abbiamo un welfare che tutela gli anziani e lascia i giovani privi di tutela. E spesso gli anziani usano i soldi che diamo a loro per aiutare i giovani. Fra le poche cose che, assieme al Presidente Berlusconi abbiamo detto di fare, c'è il ribaltamento di questa condizione. Perché abbiamo bisogno di giovani e di idee nuove per sfruttare il brand "Made in Italy", che è il terzo nel mondo dopo Coca Cola e Visa. Mentre un tempo era meccanica leggera, tessuti e manifatture oggi una parte consistente di questo "Made in Italy" è fatto di cose da mangiare e da bere. Noi abbiamo difficoltà a piazzare il nostro prodotto mentre, in giro per il mondo, ci sono decine di milioni di persone disponibili a spendere cifre importanti per aver la sicurezza di magiare e bere qualche cosa che sia stato prodotto il Italia. C'è un sacco di gente che viene ingannata e mangia porcherie perché non trova il nostro prodotto. Questa è una condizione da superare costruendo un'Italia migliore, sapendo che gli stranieri la considerano già tale al loro palato". LeoniMovie