Orticoltura in campo: l'agricoltura come non l'avete ancora vista Se le piccole e medie industrie italiane fossero capaci di fare rete non avrebbero rivali al mondo. Spesso abbiamo sentito ripetere questa frase che tuttavia si scontra con l'individualismo degli imprenditori e con la mancanza di strumenti giuridici che consentano una collaborazione tra aziende nel rispetto della propria autonomia e specificità. Orticoltura in campo, manifestazione tenutasi a Guidizzolo la settimana scorsa, è un esempio di eccellenza che nasce dalla collaborazione tra imprese e dal condividere i punti di forza per continuare ad innovare. I numeri della quattordicesima edizione sono da record: oltre duemila operatori da 28 paesi hanno affollato la serra predisposta per le prove in campo dove sono state rappresentate anche 29 aziende italiane. E' un modo per portare gli stranieri (la manifestazione è pensata particolarmente per loro e quest'anno ha visto la traduzione simultanea in varie lingue) a toccare con mano l'eccellenza italiana nel settore dell'agromeccanica e per creare contatti utili ad esportare tecnologia all'avanguardia mentre tutta la produzione rimane ancorata in questo angolo di pianura padana che integra meccanica, software e spinta a creare l'agricoltura 2.0. Dietro l'organizzazione di Orticoltura in campo sta Ortogroup, rete di imprese che nasce da tre aziende mantovane come la Ferrari Costruzioni Meccaniche, Idromeccanica Lucchini e Roter Italia che hanno voluto mettere insieme i propri punti di forza per riuscire a sviluppare innovazione e spingere sull'internazionalizzazione. "E' un progetto che non nasce per caso ma da una conoscenza e una stima reciproca ormai ventennali -- racconta Francesco Ferrari, della Ferrari Costruzioni Meccaniche, azienda capofila del progetto -- ci siamo conosciuti, abbiamo condiviso i valori e l'etica del lavoro ben fatto, partecipato insieme alle fiere e siamo arrivati a ragionare in un'ottica di filiera". E'questa la chiave vincente: superare l'individualismo tipico dell'imprenditoria italiana e presentarsi uniti sul mercato, capaci di rispondere a qualsiasi esigenza. "Solo se le aziende riescono a mantenere le proprie specificità ragionando tuttavia in un'ottica di sistema e di filiera le reti di impresa come Ortogroup avranno successo -- aggiunge Emanuele Lucchini di Idromeccanica Lucchini -- infatti se è difficile pensare di fondere insieme tre aziende che hanno storie diverse, prodotti diversi e strutture separate, risulta invece importante creare una sorta di cabina di regia che consenta di ottimizzare le attività che possono essere utili a tutti i componenti della rete con risparmi notevoli di costi. Orticoltura in campo è la vetrina essenziale per dimostrare le nostre potenzialità". Alla manifestazione di Guidizzolo partecipano operatori interessati a sperimentare le nuove tecnologie che applicate alla coltivazione consentono risparmi e miglioramenti della produzione con un occhio attento all'ambiente e alla riduzione dei trattamenti invasivi con i diserbanti. E' l'agricoltura del futuro che si presenta: macchine a guida geosatellitare, sarchiatori che sfruttano le telecamere per il posizionamento delle zappette e il touch pad per migliora l'utilizzo da parte dell'operatore, biocoperture che evitano l'uso degli anticrittogamici e poi si sciolgono nel terreno diventando concime. "Abbiamo fortemente voluto il tricolore sia nel logo della manifestazione sia nel logo Ortogroup perché siamo orgogliosi di portare in giro per il mondo la qualità dei prodotti italiani -- aggiunge Maurizio Forigo di Roter italia -- ed è per questo che non solo partecipiamo alle fiere internazionali ma che abbiamo voluto portare gli operatori stranieri in Italia alla manifestazione Orticoltura in campo". Orticoltura in campo è davvero un fiore all'occhiello di questa collaborazione tra aziende: per tre giorni Guidizzolo è diventato l'ombelico del mondo e l'Italia torna a far parlare di sé non per gli aspetti negativi ma per la capacità di continuare ad essere leader per qualità, innovazione e tecnologia.