PADOVA TG (giovedì 25 giugno 2015) - Era giù di morale. Egidio Maschio negli ultimi giorni era sembrato più triste. Lo ricorda l’amico panettiere che lo vedeva tutte le mattine per un saluto mentre andava al lavoro. Una sensazione, pare, percepita anche in azienda. Da 15 giorni c’era stato un passaggio di consegne con l’assunzione di due nuovi manager. Maschio abituato ad avere tutto sotto controllo forse faceva fatica ad accettare di farsi un po’ da parte nelle scelte dirette del suo impero. Un impero che aveva costruito dal nulla nel 1964 insieme al fratello e per questo aveva grandi progetti per il futuro e voleva fare una grande festa per i 50 anni dell’azienda. Ma sul suicidio del re delle macchine agricole incombe l’ombra dei debiti, di un pesante scoperto con le banche dopo le recenti acquisizioni. Nessun biglietto lasciato per raccontare gli ultimi pensieri di Egidio Maschio, solo un’agenda in cui lui annotava gli esiti delle riunioni di lavoro. Famigliari e dipendenti non si capacitano di questo gesto estremo, a quanto sembra programmato nei dettagli visto che Egidio ha scelto di portare il suo fucile da caccia in ditta, di posizionarlo puntato sul muro della sala riunioni e di utilizzare un righello con il logo dell’azienda per premere il grilletto. Oggi proprio nella sede principale della Maschio Gaspardo c’è stato un incontro con i sindacati. Ancora da definire la data dei funerali, l’autorità giudiziaria ancora non dato il nullaosta per la salma, ma si parla di una celebrazione sabato pomeriggio nella azienda che per Egidio era come una figlia.