C’è un luogo dove possiamo ancora gustare l’atmosfera dei piccoli villaggi alpini e l’autenticità contadina di un tempo. Stiamo parlando della valle di Peio nel cuore del Trentino settentrionale. In questo versante dell’alta val di Sole troviamo una serie di piccoli paesi di montagna che si sono “salvati” dall’omologazione dello sviluppo e che hanno mantenuto l’originaria struttura architettonica ed urbanistica. La valle di Peio, proprio per questi motivi, può considerarsi un vero e proprio museo a cielo aperto e un piccolo prototipo di convivenza fra tradizione ed innovazione. La nostra giornata inizia all’alba, sono le sei di mattino, in un piccolo allevamento di razza Bruna. Siamo nella stalla della famiglia Casanova, proprio alle porte di “Peio paese”, l’ultimo villaggio che incontriamo salendo questa valle ancora intonsa. Dopo la mungitura, in questo caso rigorosamente a mano, siamo al caseificio turnario di Peio. Il nome di questa piccola quanto storica struttura di trasformazione lattiero casearia, deriva dal fatto che, in corrispondenza del latte consegnato da ogni singolo socio, verrà assegnato il quantitativo di formaggio corrispondente. A turno, ogni conferente riceverà il formaggio che gli spetta. Riccardo Casanova, giovane allevatore di montagna, ci illustra anche il piccolo agriturismo che ha costruito, assieme alla moglie Francesca, proprio vicino alla stalla. Insieme degustiamo i prodotti derivanti dalla filiera del maiale ed ammiriamo una cantina di stagionatura effettivamente suggestiva. Siamo poi alle Terme di Pejo. In questo caso Pejo si scrive con la i lunga i memoria del nome scritto dagli Asburgici che qui fondarono, secoli fa, i primi stabilimenti termali. Qui vediamo gli stabilimenti termali ed la parte wellness dove rigenerarsi dopo una giornata di montagna. Siamo poi a Celentino, presso la sede dell’Ecomuseo della val di Pejo noto anche come “Piccolo mondo alpino”. Qui un gruppo di donne hanno recuperato le antiche conoscenze legate all’economia domestica e ci presentano una serie di esperienze davvero interessanti. Come fare il sapone al miele, come confezionare una coperta invernale con l’imbottitura di lana ed infine i tanti lavori realizzati con i telai per la lavorazione di filati di montagna quali il lino e la lana. Una tappa ulteriore è stata anche il Museo dedicato alla “Guerra sulla porta” dedicato alle immani fatiche dei soldati austroungarici sul fronte del 1914-18. Un fronte di guerra impensabile per quei tempi dove le truppe si confrontarono a quote che superarono i 3.500 metri e a temperature proibitive. Un scappata in centro a Cogolo per assaggiare i tanti prodotti del territorio ed ammirare gli allestimenti “forestali” dedicati al Natale ed è già sera. Siamo pronti per partire ma già il pensiero corre al ritorno ai monti.