PRODOTTO DA: PIERROT LE FOU FILM PRODUCTION & MULTIMEDIA EXPRESS IDEATO DA: OSVALDO SABATO REGIA: SAMUELE ALFANI DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: GIANNI FRATI DIRETTORE DI PRODUZIONE: DARIA BUSONI Il nostro documentario rivive, con il racconto di chi ha visto da vicino l’alluvione del novembre del 1966, gli effetti di quella tragedia e il modo con cui fu vissuta nell’ambito familiare. La scelta di questa angolatura nel raccontare quei giorni difficili per Firenze nasce da un desiderio molto chiaro: entrare nelle case dei fiorentini per raccontare l’alluvione lontano dai monumenti feriti e molto spesso, anzi quasi sempre, al centro dei vari documenti video dei media nazionali e internazionali. Fu nei giorni dell’alluvione di Firenze e nei mesi che seguirono che nel capoluogo toscano si diedero appuntamento migliaia di giovani da tutto il mondo per strappare al fango l’enorme patrimonio culturale, che rischiava di andare perduto. Fu l’epopea degli Angeli del fango. Ma negli stessi giorni nel silenzio più assoluto e lontano dai riflettori, nelle case alluvionate si faceva il conto dei danni. Non solo. Fra gli agricoltori e gli allevatori della periferia di Firenze, specie nella Piana, il dramma fu ancora più grande perché oltre alle vittime umane il bilancio di quella tragedia registro’ anche la mo- ria di un numero impressionante di mucche, cavalli e altro bestiame, che per quelle famiglie significo’ il lastrico, un danno impressionante, che in molti casi coincise anche con la “rovina” definitiva delle stesse. Con questo documentario attraverso gli sguardi e con le parole dei protagonisti cerchiamo di immaginare di ritrovarci in cucina la sera mentre in casa si discute su cosa fare la mattina successiva. Ecco allora, che dai racconti emergono storie familiari assolutamente inedite, aneddoti e perché no anche l’umorismo fiorentino, spesso velenoso, ma efficace, quando si tratta di sintetizzare uno stato d’animo. Dalle testimonianze emerge la voglia di riprendere subito da dove ci si era fermati con l’alluvione, ma anche qualche critica velata sul sistema dei soccorsi in periferia. Il tutto con molto garbo, che a distanza di anni è rimasto ancora intatto. E' L’ALTRA ALLUVIONE vista e vissuta in cucina e nelle stalle.