Sempre più spesso leggiamo che consumiamo più di quello che produciamo, che andiamo verso un’era in cui potremmo non riuscire a soddisfare la nostra fame con quello che produciamo ma solo ricorrendo alle aree svantaggiate del pianeta, accelerando quindi una probabile fame mondiale. E’ vero che questa fame potrà essere soddisfatta soltanto con gli Ogm, gli organismi geneticamente modificati? Molti non sono d’accordo con questa tesi, sostenendo invece che la fame potrà essere sconfitta con la biodiversità, le specie vegetali e animali autoctone, cioè del territorio, che invece sono a rischio estinzione perché le abbiamo abbandonate per rincorrere i cibi standardizzati e forniti dagli scaffali dei supermercati, che sono i veri” aguzzini” del nostro stomaco e del nostro corpo. Potranno proprio le nostre biodiversità salvarci dalla rarefazione delle risorse standardizzate? (ricordiamolo, oggi frumento, riso, mais e patate rappresentano il 75% dei nostri alimenti). quali sono le finalità del progetto Rareca? Quali sono le specie a rischio scomparsa su cui è concentrata la vostra attività? E perché stanno scomparendo? E qual è per ogni specie, l’importanza della conservazione del patrimonio genetico? Come si conserva un patrimonio genetico? Come percepiamo, noi popolazioni, l’importanza della tutela delle razze a rischio estinzione? Mangiare cibi da loro derivate è esso stesso un modo per tutelarle? Vincenzo Peretti, prof. di Zootenica Generale e Miglioramento Genetico nel Dip. di Medicina Veterinaria alla Federico II di Napoli, Responsabile Scientifico del Progetto Ràreca