Ravanusa. L'agricoltura è morta, la città dà l'estremo saluto ai prodotti del comparto. Di grande effetto l'iniziativa di don Emanuele Casola, arciprete della parrocchia San Giacomo a Ravanusa, che ieri mattina alle 11 ha celebrato le esequie della «Signora fu Pane». Gremita piazza I Maggio, dove sono confluiti, per l'estremo saluto, la cittadinanza e una grande componente di agricoltori locali. Sette le bare disposte in fila, di cui sei contenenti un prodotto della terra e una vuota pronta ad accogliere il contadino schiacciato dal peso del crac agricolo. Il lutto è l'estrema sintesi della manifestazione avviata già da qualche tempo dagli operatori del settore, che hanno presidiato corso della Repubblica con i mezzi agricoli abbandonati ancora oggi sul ciglio della strada. Macchine tutte in vendita, come recitano gli annunci affissi su camion e trattori, perché gli agricoltori sono davvero all'ultimo «respiro». Un settore in crisi La forte provocazione è l'acme di una grave crisi del sistema che ha investito a più livelli gli imprenditori. Variabili multifattoriali hanno agito prepotentemente sul settore, causandone il totale collasso: dal «cracking», fisiopatologia che ha colpito gli acini provocandone la spaccatura e la mancata vendita, alle carenze infrastrutturali, passando per la concorrenza insostenibile di altri Paesi, la mancata glocalizzazione e i disastri atmosferici. Il comparto agricolo non è stato di certo neanche al centro di una politica attenta: manca la protezione del prodotto locale, i troppi ritardi contingenti nell'attivazione di strategie di sviluppo e di incentivazione sono causa dell'attuale congiuntura. «Un problema gravissimo che affonda radici nel lontano passato. Non si è fatto molto per l'agricoltura siciliana in questi anni, nonostante il comparto rappresenti il pilastro fondamentale dell'economia locale e regionale. C'è di più: la crisi siciliana è un problema nazionale», hanno sottolineato i protagonisti. La protesta in Sicilia La messa si è conclusa con un corteo per le vie cittadine. Il presidio permanente avviato dai produttori di Ravanusa si riallaccia alla protesta degli agricoltori siciliani, che da settimane si sono dati appuntamento a Caltanissetta, nella zona di Pian del Lago, da dove poi si è mosso il lungo cordone di mezzi che ha congestionato il traffico. In ogni Paese sono stati creati presidi permanenti. Il 30 ottobre il ministro Luca Zaia ha incontrato l'assessore Cimino e i deputati Fallica e Rufolo per discutere lo stato di crisi. «Da parte nostra c'è massima attenzione ai problemi dell'agricoltura siciliana ha dichiarato il ministro . Garantisco il massimo impegno per contribuire alla risoluzione della crisi». L'assessore Cimino ha presentato al ministro l'invito del presidente della Regione Siciliana a recarsi in Sicilia. Chiesti lo stanziamento delle risorse del Fondo di solidarietà nazionale calamità naturali, la copertura dei fondi Fas, l'esenzione dagli oneri nazionali, la risoluzione accise sul gasolio per operatori del settore. «Non fiori, ma fatti» è la frase che campeggia su tutti i manifesti funebri. Maria Serena Milisenna (Fonte La Sicilia)