http://www.report.rai.it/dl/Report/extra/ContentItem-8f8d4b71-dc57-4318-be1c-f94cafdac564.html Oggi la Coop fa la banca. Lo dicono i numeri: negli ultimi 5 anni il giro d’affari rappresentato dalle vendite del supermercato è stato superato di gran lunga dall’ammontare della raccolta del risparmio dei suoi soci con 11,3 miliardi di euro che arrivano direttamente dal prestito sociale. Numeri paragonabili a quelli di un banca di medie dimensioni. Nei punti vendita troviamo gli sportelli come in banca e a Roma c'è addirittura il “cash dispenser”, un vero e proprio bancomat che sarebbe vietato dalla normativa perché le cooperative non possono offrire servizi di prelievo immediato ai loro soci come avviene in un qualsiasi istituto di credito. Banca d'Italia lo ha ricordato anche a novembre scorso, ma tra le istituzioni che dovrebbero controllare, e soprattutto dentro Coop, pare che nessuno se ne sia accorto. Eppure si tratterebbe di esercizio abusivo dell'attività bancaria. Chi dovrebbe controllare? Pochi, perché le regole le scrive Banca d'Italia ma l’attività di controllo è affidata per legge al Ministero dello Sviluppo economico che la esercita attraverso dei revisori incaricati dalle stesse associazioni nazionali delle cooperative. Insomma, alla fine, a controllare la Coop è la Legacoop. I rischi? Tanti. In Friuli Venezia Giulia 3mila soci prestatori hanno perso circa 27 milioni di euro e a distanza di quasi due anni ancora non rivedono un quattrino. Eppure il sistema Coop è un colosso che ha giocato un ruolo determinante anche nel sostenere Unipol nell'acquisizione di Fondiaria-Sai di Ligresti. Sostegno vuol dire soldi, aumento di capitali perché la holding che detiene il controllo di Unipol Gruppo Finanziario è in mano alle Coop di consumo dove dal primo gennaio la più grande in assoluto è diventata Coop Alleanza 3.0, con un fatturato di quasi 5 miliardi di euro. Qui la risposta di Coop: http://quellochereportnondice.e-coop.it/coop-e-i-soci/