La Robiola di Roccaverano è originaria delle province di Asti e Alessandria. L'attuale area di produzione conta diciannove comuni. La crosta del formaggio è sottilissima; la pasta è fresca, tenera, leggermente biancastra o di colore giallo paglierino. La Robiola fresca è sapida e saporita; con il procedere della stagionatura, il gusto si arricchisce di sfumature piccanti e muschiate. La Robiola di Roccaverano è menzionata nelle cronache a partire dal Mille; pare che le sue origini, tuttavia, risalgano all'insediamento dei Celti liguri, che producevano un cacio denominato Rubeola. Il nome del formaggio deriva dal termine latino robium, con cui si indicava il colore rossiccio che la crosta assume con il protrarsi della stagionatura, e dal paese di Roccaverano, nell'astigiano, dove è stato prodotto per la prima volta. Anticamente, per la preparazione del formaggio, si utilizzava esclusivamente latte di capra: solo questo animale, infatti, riusciva a sopravvivere in un ambiente povero di pascoli come quello delle zone d'origine. L'alimentazione base del bestiame è costituita da foraggi verdi e conservati, cui si uniscono rovi, timo, serpillo ed altre erbe aromatiche, che conferiscono al latte un sapore particolare. La Robiola di Roccaverano è l'unica robiola ad avere ottenuto la Denominazione di Origine Protetta. Il marchio del Consorzio di Tutela richiama la forma della torre cilindrica che svetta sul borgo di Roccaverano. Regia Piero Frattari Montaggio Paolo Dassori Edizione VIDIGRAPH - Genova www.vidigraph.com