Tutti a corte dalla regina Elisabetta. Il Prefetto, il Procuratore con i suoi sostituti, il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, il Vescovo di Oppido, i Sindaci della Piana, gli ex Deputati, gli ex Sindaci, i Sindaci dimessi e i politici falliti. Tutti a corte. Arriva la Boldrini. L'alta carica dello Stato. "Uno Stato che ha rubato il posto di caporalato alla ndrangheta". Si! Questo Gridavano i lavoratori LSU e LPU di Melito Porto Salvo fuori dell'auditorium che ha ospitato la Presidentessa. Nessuno li ha degnati di uno sguardo. Come se non ci fossero. La Polizia li faceva indietreggiare e qualche politicante ha fatto anche dei commenti del tutto sterili. Non volevano farle del male. Volevano solo che la Boldrini portasse la loro "causa" al Governo. Perché chi avrebbe dovuto farlo non lo ha fatto. Lavorano a NERO. Lo fanno per gli Enti Locali. Per i Comuni. Per la Regione. Risultano disoccupati dopo anni e anni di duro lavoro. Fanno di tutto. Dai lavori di muratura al giardinaggio, dalle pulizie delle strade alla guida degli scuolabus. Anche se non potrebbero. Dovrebbero ricevere una paga di circa 850€. 570€ da parte dell'INPS e 280€ dalla Regione. Tramite il Comune per cui "lavorano". Ma questi ultimi non arrivano da tre mesi. E così gli LSU e gli LPU sono i poveri del 2013. Nessuna garanzia per il futuro. Nono hanno neanche i contributi versati. Neanche quello. Gli erano state promesse tante cose dalla Regione dopo la manifestazione dell'otto maggio tenutasi a Catanzaro e subito dopo a Roma. Avevano ricevuto una falsa speranza. Quella di una stabilizzazione definitiva. Ma nulla è stato fatto. E così lo scorso tre luglio il Presidente Scopelliti e l'Assessore Salerno, comunicano ai lavoratori la notizia che anche le 40 ore di integrazione mensili vengono eliminate. E così ognuno di loro è costretto a vivere con 572 euro mensili . Credete che non sia sufficiente questo per prendere un megafono, una bandiera e chiedere aiuto all'alta carica dello stato? Forse per qualcuno non era il giorno e il modo giusto. "Non è così che si risolvono i problemi". Si sentiva dire questo ai lavoratori. Ma non hanno tutto il diritto di incazzarsi e di indignarsi? Una lunghissima fila di auto di lusso con lampeggiante sul tetto e aria condizionata accesa li attendevano fuori. Mentre i lavoratori sotto il caldo sole di luglio aspettavano un cenno, una parola, un gesto da parte di chi se ne è infischiato di loro e non li ha considerati. È vero, durante l'incontro con la Boldrini si è parlato di lavoro, di donne coraggio, di imprenditori che lottano per andare avanti come Saffioti, di altri come De Masi che annunciano la chiusura della propria azienda, di imprenditrici agricole che invece di chiudere la propria attività decidono di ampliarsi, dei portuali che hanno sempre gli stessi problemi. Si! Si è parlato dei problemi che attanagliano da sempre la Calabria. Ma come risolverli? Dopo l'incontro tenutosi, quali i progetti, per cambiare definitivamente la Regione? Nel concreto? Nessuno. Solo belle parole e sfilate della "legalità". Tutto questo mentre l'anticrimine della Polizia di Stato sta per chiudere battenti a Rosarno e venire trasferita a Vibo e nella città ad alta densità mafiosa resterà una tenenza dei carabinieri. Tutto questo mentre continuano gli atti intimidatori nei confronti dei Sindaci e degli imprenditori. Tutto questo mentre i Sindaci si dimettono come la Lanzetta. Tutto questo mentre i comuni continuano ad essere sciolti per mafia. Tutto questo mentre il lavoro scarseggia e le famiglie muoiono di fame. Tutto questo mentre la spazzatura divora i centri urbani. Tutto questo mentre nonostante i buoni propositi e i belli esempi da seguire la Calabria continua a non guardare avanti e a rimanere quella Regione che è sempre stata. Bella ma disgraziata. di Michel Dessì