La Sardegna tiene fede alla sua insularità anche e soprattutto nelle sue produzioni gastronomiche, decisamente originali e legate al mondo agro-pastorale arcaico. Questa è un arte antichissima radicata tra il popolo pastorale. Si procede selezionando le interiora o del capretto o dell'agnello o di entrambi, c'è chi mette anche il polmone ma a noi non piace, si mettono allo spiedo le interiora: fegato, cuore, milza, animelle...e si mettono ad arrostire preferibilmente nella legna d' ulivo , che profuma le carni straordinariamente, durante la cottura vengono salate, una volta che le interiora sono dorate si leva lo spiedo e si procede alla sistemazione "de sa nappa" o rete, dopo di chè si avvolgono tutti gli intestini (gli intestini vanno lavati molto accuratamente) anche questa è una tecnica molto antica che cambia da paese a paese, io vi propongo la ricetta Teuladina che ho erditato da mia Madre. Si rimette lo spiedo al fuoco e si continua la cottura in questo caso devono dorare e arrostire gli intestini precedentemente aggiunti, una volta che tutti gli ingredienti sono salati e cotti a puntino si adagia sa trattalia su una "scivedda" (zuppiera in terra cotta tipica sarda) essa viene precedentemente riempita di foglie e rami di mirto sardo, sa trattalia viene disposta all'interno e lasciata li per qualche minuto(sempre al caldo) di modo che il profumo del mirto penetri al suo interno, questo profumo la renderà assolutamente unica nel suo genere. Servita come antipasto (mellu a primu famini) caldissima e annaffiata con del cannonau o nepente sardo. Peccato che non possiate sentire il profumo... ma vi assicuro che il gusto e il profumo di questo piatto tipico sardo piace a tutti io l'ho proposto spesso anche ad amici continentali e a distanza di tempo ancora si ricordano e desiderano questo piatto strepitoso! Il video è stato realizzato Il 08/04/12 Autori : Stefano Fenu con la collaborazione di Roberta Bruno e tutti i commensali che hanno assaporato questo piatto il giorno di Pasqua.