Questa particolare trattrice italiana, viene molte volte confusa con il suo successore, il "Sametto", prodotto in seguito al D.A. 17 che in comune avra' solo il motore, sviluppante una potenza di 17 cavalli in seguito, con il "Sametto" incrementato a 18 cavalli. Il motore era a ciclo Diesel, iniezione diretta, raffreddato ad aria, monocilindrico verticale, avente cilindrata di 1.120 cmc. derivanti da un alesaggio di mm. 110 ed una corsa di mm. 120. Il regime massimo di progetto era di giri/minuto 2000. Aveva la particolarità di essere dotato di regolatore automatico dei giri motore di tipo centrifugo, che consentiva sotto sforzo il mantenimento del numero dei giri motore in base alla posizione dell'acceleratore. Il consumo di gasolio era pari a Kg/ora 1,20 e quello unitario per cv/ora era mediamente di grammi/cv/ora 75. Raggiungeva la velocità massima di 15 Km/ora in avanti e di 11 Km/ora in retromarcia, grazie ad un cambio a 4 marce avanti e 3 retromarce. Aveva un peso in ordine di marcia di Kg. 1050, la trazione era solo posteriore. L'estrema facilità di guida, la costruzione semplice, il motore raffreddato ad aria con pochissima necessità di manutenzione, i consumi ridottissimi, la rendevano una trattrice accessibile a molti aspiranti acquirenti, in particolar modo piccoli coltivatori della collina e montagna. Trovava impiego in vigneti e frutteti sopratutto la versione stretta, in esecuzione a richiesta, riducendo la larghezza a soli mm. 710. In molti casi veniva dotata di falciatrice laterale non originale, ad applicazione ventrale, utilizzante la presa di forza posteriore e un sistema di puleggie, cinghie trapezoidali ed albero su supporti a cuscinetti, con eccentrico che trasferiva il movimento alla barra falciante a sua volta azionata trasformando il moto circolare in movimento alternato della coltelliera su puntoni fissi. Gli ultimi esemplari vennero immatricolati agli inizi degli anni sessanta.