Il toponimo "Selvaggio", frazione di Giaveno, trae la sua etimologia dai termini della lingua occitana serre, che significa "altura", e vacho, che significa "mucca", cioè l'"altura delle mucche", ovvero un alpeggio, luogo di pascolo per bovini durante la bella stagione.[1] Si ha notizia dell'esistenza di un insediamento abitativo di più famiglie su tale altura fin dal 1513 e dal 1608 di una cappella, dotata di un modesto campanile e di due statue lignee raffiguranti Sant'Antonio Abate e San Rocco, unici reperti della cappella rimasti.[1] Nel 1908 il teologo don Carlo Bovero († 1935), divenuto cappellano della piccola chiesetta, iniziò un'azione decisa presso popolazione ed autorità per la costruzione di una nuova chiesa in sostituzione della piccola, insufficiente cappella. I risultati del suo agire furono rapidi e notevoli: nel medesimo anno fu iniziata la costruzione della nuova chiesa su progetto dell'architetto salesiano Giulio Valotti, che venne consacrata già l'anno successivo. Divenuta questa insufficiente a contenere il forte afflusso di fedeli, che vi accorrevano in pellegrinaggio, fu lo stesso Bovero a promuovere la costruzione, in sua sostituzione, dell'attuale Santuario. I lavori ebbero inizio, sempre su progetto del Valotti, nel 1915 e si conclusero nel 1926, così che il nuovo santuario poté essere consacrato dall'arcivescovo di arcidiocesi di Torino, mons. Giuseppe Gamba nell'agosto di quell'anno.