Nel settore dei trasporti ferroviari c'è poco da festeggiare per i 150 dell'Unità, poiché le Ferrovie dello Stato, la politica e le strategie aziendali l'hanno definitivamente smantellata l'Unità d'Italia. È quanto si sottolinea nell'analizzare il nuovo orario dei treni a lunga percorrenza che collegano la Sicilia al continente. La riapertura delle prenotazioni da parte di Trenitalia, dopo il blocco di oltre un mese delle stesse per i treni a lunga percorrenza, riserva brutte sorprese per i viaggiatori siciliani. Dei nove treni a lunga percorrenza ne sopravvivranno sette, mentre l'offerta posti continua a diminuire non solo per quantità, ma soprattutto per qualità. Complessivamente, i posti disponibili scenderanno a 696 unità, passando dai 4004 dello scorso giugno ai 3308 del 12 dicembre. A essere tagliati saranno i treni notte, aumentano le cuccette a sei posti, mentre scendono di 32 unità i posti in confort (vetture più moderne a quattro posti-letto per compartimento) e addirittura vengono dimezzati i posti sui vagoni letto, che scendono da 428 a 288. Ma questi "tagli" non si limitano ai mezzi, ma, come troppo spesso accade, verranno estesi anche al personale. Saranno quattro i macchinisti e quattro i capitreno che si perderanno per ogni viaggio, e quindi, considerato che i treni tagliati sono due, tra viaggio di andata e viaggio di ritorno, il totale è di 16 macchinisti e 16 capitreno. Verranno soppresse, inoltre, due vetture notte (una cuccetta e un vagone letto) del treno Reggio Calabria -- Venezia, che venivano organizzate con personale dell'impianto di Messina, il che comporterà la perdita di altre otto unità di personale. "Il bluff delle rassicurazioni che nulla sarebbe stato tagliato si scontra con i fatti, Trenitalia e il Governo non solo tagliano i treni che collegano il sud con il nord, ma intervengono in maniera ulteriormente discriminatoria tagliando i vagoni letto, utili a sopportare viaggi lunghi, e aumentando le cuccette a sei posti più simili a carri bestiame che al trasporto umano. Tutto questo mentre sopra Salerno investono in Frecce rosse e in stazioni progettate da "archistar" come Zaha Adid (stazione Napoli-Afragola) o Calatrava (stazione Reggio Emilia)". "Ad aumentare le nostre preoccupazioni sono poi i continui commenti dell'AD di Trenitalia, Moretti, che va ripetendo che i treni a lunga percorrenza dal sud viaggiano vuoti e quindi vanno tagliati". "Cosa accadrà ora, nell'era dei viaggi aerei low cost da 30€, che invece dei vagoni letto i viaggiatori troveranno le cuccette a sei posti di 30 anni fa? Catania e Palermo si reindirizzeranno. Noi a Messina cosa facciamo?", Inoltre, le prenotazioni degli stessi treni a lunga percorrenza tornano indisponibili dopo il 23 gennaio, lasciando ipotizzare o un nuovo intervento chirurgico ai danni dei nostri treni o un rafforzamento di quella politica e strategia aziendale che fa gridare ai treni del sud vuoti obbligando chiunque volesse programmare in viaggio a rivolgersi ad altra tipologia di treno o all'offerta via aria".L'elemento grave di questa vicenda è che nonostante i ripetuti allarmi lanciati in questi mesi, nessun parlamentare siciliano, messinesi inclusi, ha ritenuto di prendere una posizione forte contro le decisioni del Governo perché, non dimentichiamo, FS sta per Ferrovie dello Stato. Una politica, quella del governo, ben rappresentata dal decantato Piano per il Sud che non prevede alcun investimento per infrastrutture in Sicilia. Se i nostri parlamentari non rappresentano i nostri bisogni, se non difendono la nostra qualità della vita, che infatti continua inesorabilmente a calare, chi o cosa rappresentano?. FS taglia mezzi di trasporto, taglia personale siciliano e messinese, taglia il nostro futuro".