Milano (askanews) - Tra Slow Food e Expo 2015 era stato amore a prima vista, poi l'abbandono del progetto iniziale di orto planetario aveva raffreddato i rapporti. Ma oggi i due amanti sono tornati insieme, tanto che all'associazione fondata da Carlo Petrini è stato affidato il compito di realizzare una "piazza della biodiversità" di 3.500 metri quadrati, nell'estremità orientale del sito espositivo. "Non è che ho cambiato idea, ma troviamo un'attenzione che fino a due o tre anni fa era molto meno forte". La proposta di Petrini è la riscoperta dell'agricoltura famigliare, che oltre garantire la sussistenza si prende cura del territorio. Sul fronte opposto l'esposizione universale darà spazio anche al Mit di Boston, incaricato di indicare una strada tutta tecnologica alla sostenibilità alimentare del Pianeta. Due percorsi che per il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala sono agli antipodi solo in apparenza: "In mezzo ci sta molto, ma troviamo un anello di congiunzione nel senso che entrambi sostengono il senso della coltivazione casalinga e famigliare sia nella piccola agricoltura sia nelle abitazioni del futuro, quindi alla fine molti cerchi si chiudono". Restano sul tavolo alcuni temi, come quello degli ogm, che lasciano poco spazio alla mediazione, ma su questo Slow Food non teme confronti: l'Expo 2015 sarà un'occasione di "confronto globale ad armi pari", ha aggiunto con sicurezza Petrini, e le multinazionali saranno contrastate con i contenuti, ma anche con le degustazioni di formaggi tipici e pane.